I giudici di Palermo hanno assolto il ministro dei trasporti Matteo Salvini per la vicenda Open Arms. L'allora ministro degli interni era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver negato lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti soccorsi dalla ong spagnola
Il tribunale di Palermo ha assolto il leader della Lega Matteo Salvini dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio al processo per la vicenda della nave della ong spagnola Open Arms perché il fatto non sussiste.
Secondo l'accusa, il vicepremier e ministro dei Trasporti, ad agosto del 2019, quando ricopriva la carica di ministro dell'Interno, avrebbe impedito illegittimamente all'equipaggio dell'imbarcazione catalana di far sbarcare a Lampedusa 147 migranti soccorsi in mare.
La lettura del dispositivo è stata accolta dall'applauso dei politici e dei simpatizzanti venuti a esprimere solidarietà a Salvini. Il ministro ha a lungo abbracciato la fidanzata Fracesca Verdini, presente in aula. Per Salvini la Procura aveva chiesto la condanna a sei anni di carcere mentre le parti civili avevano chiesto la condanna a un milione di euro a titolo di risarcimento del danno.
Giovedì, durante il summit con i leader dei Patrioti a Bruxelles, il segretario della Lega si era detto non preoccupato, ma "fiducioso e determinato" per la decisione dei giudici.
Il vicepremier aveva poi citato Ezra Pound: "Se un uomo non è disposto a correre un rischio per le sue idee, o non valgono niente le sue idee o non vale niente lui".
Il messaggio di sostegno di Elon Musk a Salvini
In un post su X, il miliardario Elon Musk ha espresso il suo supporto a Salvini. "Hai fatto la cosa giusta", ha scritto il proprietario di Tesla in un tweet poi ripubblicato dal vicepremier.
"È assurdo che Salvini venga processato per aver difeso l'Italia", ha polemizzato Musk difendendo l'operato del vicepremier.
Perché Salvini era a processo
I fatti risalgono all'agosto 2019, quando Salvini, da ministro dell'Interno del governo Conte, impedisce lo sbarco alla nave ong Open Arms per diciannove giorni. La nave aveva a bordo 147 persone, di cui 27 minori, soccorsi in tre distinte operazioni nel Mediterraneo.
Il respingimento avviene nell'estate dei "porti chiusi" come conseguenza del decreto sicurezza bis approvato dal primo governo presieduto da Giuseppe Conte.
Dopo il recupero dei migranti in mare, il 2 agosto la Open Arms fa richiesta di attraccare nel primo porto sicuro disponibile che, secondo le norme internazionali, l'autorità costiera più vicina è tenuta a concedere. Tuttavia, da Roma, viene vietato l'ingresso in acque italiane, in conformità con il decreto sicurezza bis.
Nei giorni successivi, a causa dell'aggravarsi delle condizioni di salute, diversi naufraghi vengono assistiti a bordo e altri fatti sbarcare. Ma il ministero dell'Interno non cede e non concede l'autorizzazioni allo sbarco.
Il 12 agosto il tribunale dei minorenni di Palermo interroga il governo sulla questione, ricordando che le norme nazionali e internazionali "impongono il divieto di respingimento alla frontiera o di espulsione dei minori stranieri non accompagnati".
Due giorni dopo, il Tar del Lazio sospende il decreto governativo che impediva lo sbarco, a seguito dell'esposto presentato dai legali di Open Arms. La nave fa allora rotta verso l'Italia ma ancora non arriva l'indicazione di un porto sicuro. La situazione a bordo peggiora e 13 migranti si gettano in mare per la disperazione, prima di essere soccorsi dalla Guardia costiera.
La situazione si sblocca il 20 agosto, quando il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, sale a bordo della Open Arms per verificare personalmente la situazione. Poco dopo, ordina lo sbarco immediato. La nave attracca al porto di Lampedusa e le 83 persone a bordo sbarcano dopo 19 giorni in mare.
A novembre 2019, Salvini viene formalmente indagato per sequestro di persona e omissione di atti d'ufficio e nel gennaio 2021 viene rinviato a giudizio. Inizia il processo.
Il 13 settembre 2024, dopo sette ore di requisitoria, le pm Geri Ferrara, Marzia Sabella e Giorgia Righi, chiedono la condanna di Salvini a sei anni.
Secondo le pm, il “porto sicuro doveva essere rilasciato senza indugio e subito, il diniego è stato in spregio delle regole e non per proseguire in un disegno governativo”. “I diritti dell’uomo vengono prima della difesa dei confini”, hanno sottolineato le magistrate.
Ventiquattro udienze e quarantacinque testimoni sentiti in tre anni, fino alla decisione di venerdì.