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Giorgia Meloni all'inaugurazione di Trump: qui per "rafforzare le relazioni con gli Stati Uniti"

La premier italiana Giorgia Meloni tiene durante la conferenza stampa di fine anno a Roma, posticipata a inizio 2025 (9 gennaio 2025)
La premier italiana Giorgia Meloni tiene durante la conferenza stampa di fine anno a Roma, posticipata a inizio 2025 (9 gennaio 2025) Diritti d'autore  Alessandra Tarantino/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Alessandra Tarantino/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Di Giorgia Orlandi & Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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La premier è stata a Washington per la cerimonia di insediamento di Donald Trump come 47esimo presidente degli Stati Uniti. Una giornata intensa tra le richieste del protocollo e i dubbi nell'Ue sul rapporto privilegiato di Meloni con Trump e Musk

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"Penso che sia molto, molto importante per una nazione come l'Italia che ha rapporti estremamente solidi con gli Stati Uniti dare una testimonianza della volontà di continuare, semmai rafforzare, quella relazione, in un tempo nel quale le sfide sono globali e interconnesse".

Con queste parole, in un video diffuso da Palazzo Chigi, Giorgia Meloni ha aperto la lunga giornata a Washington, dove lunedì ha partecipato all'insediamento da presidente di Donald Trump.

Meloni è stata l'unica leader europea a partecipare all'evento e una dei pochi leader mondiali, tanto da sedere nella sala della Rotonda del Campidoglio sotto la statua di Abramo Lincoln, nei posti riservati ai capi di Stato e di governo accanto al presidente argentino Javier Milei e poco distante dal vicepresidente cinese Han Zheng.

Prima del giuramento, la premier italiana ha partecipato alla messa nella St John's Episcopal Church, una storica chiesa di Washington vicino alla Casa Bianca, insieme con il presidente eletto Trump e il suo vice J.D. Vance con le rispettive famiglie.

A chiusura della visita lampo negli Stati Uniti, prima di ripartire per Roma, Meloni su X ha fatto gli "auguri di buon lavoro" a Trump, ribadendo che Italia e Usa affronteranno insieme "le sfide globali e costruendo un futuro di prosperità e sicurezza per i nostri popoli".

Meloni ha voluto mandare anche una rassicurazione ai partner europei. "L'Italia - ha scritto - sarà sempre impegnata nel consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, quale pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità".

Perché la presenza di Giorgia Meloni all'insediamento è importante

La premier italiana è stata l'unica leader dell'Ue presente a Washington e questo è sembrato un forte messaggio politico.

Accettando l'invito di Trump, Giorgia Meloni si è posizionata come il principale punto di contatto italiano per la nuova amministrazione Usa e come figura chiave per le future relazioni con l'Unione europea.

Il presidente francese Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, per esempio, non sono stati invitati. Questo è in linea con la tradizione che non prevede leader stranieri all'inaugurazione di un presidente Usa.

Stante tuttavia la decisione di Trump di invitarne, non è passata inosservata l'assenza di pesi massimi della politica europea a partire dalla presidente della Commissione, Ursula von Der Leyen.

Prima di volare a Washington, Meloni si è sentita comunque con von der Leyen, ma non in relazione alla missione in sé, precisano da Bruxelles. Anche perché l'insediamento è considerato dai vertici Ue "una cerimonia più che un incontro e non c'era esigenza di veicolare nessun messaggio a Trump attraverso Meloni", ha riportato l'agenzia Ansa.

“C'è da chiedersi”, ha detto sabato il giornalista Massimo Gramellini nella sua trasmissione In altre parole sul canale televisivo La7, se Giorgia Meloni è a Washington "nel suo ruolo di leader di un Paese dell'Unione Europea o di leader di un Paese soggetto alla sfera di influenza statunitense?"

È una domanda che probabilmente si stanno ponendo anche molti a Bruxelles, insieme con un'altra: è una cosa buona o cattiva per l'Europa? Sembra troppo presto per rispondere, ma è vero che a meno di 15 giorni dalla sua breve visita a Mar-a-Lago, Giorgia Meloni è tornata negli Stati Uniti accanto a Donald Trump.

I dubbi dell'Europa sul ruolo di Meloni tra Ue e Usa

Durante la sua precedente visita, il 5 gennaio scorso, la questione più urgente era la liberazione della giornalista Cecilia Sala, detenuta in Iran, avvenuta qualche giorno dopo.

Questo nuovo viaggio è diverso, perché è stato il primo di un primo ministro italiano all'insediamento di un Presidente eletto degli Stati Uniti nella storia recente del Paese.

L'ufficio della presidenza del Consiglio ha confermato la presenza di Meloni solo venerdì scorso, dopo giorni di speculazioni in cui i media italiani avevano parlato di una premier "combattuta sulla decisione”.

L'incertezza veniva attribuita ai programmi e agli impegni del vicepremier Matteo Salvini, a lungo tentato dall'idea di recarsi alla seconda inaugurazione di Trump per rinsaldare i legami con il presidente Usa.

Salvini non ha mai nascosto la sua ammirazione per Trump, ma Meloni non avrebbe accettato l'invio negli Stati Uniti di un vice al suo posto. Alla fine a Washington non ci sono andati né Salvini né Viktor Orbán, che come il leader della Lega è membro di Patrioti per l'Europa e ha ricevuto un invito da Trump.

"La nostra presidente è ormai riconosciuta da tutti come l'interlocutrice privilegiata di Trump in Europa" ha dichiarato a vari media il capo delegazione di Fratelli d'Italia all'Europarlamento Carlo Fidanza, presente a Washington con un piccola pattuglia di parlamentari italiani.

Non c'è dubbio che Giorgia Meloni sia ora vista come uno dei più forti alleati del Presidente degli Stati Uniti in Europa. Resta da vedere, alla luce delle minacce di guerra commerciale lanciate finora da Trump ai prodotti europei, se questo gioverà all'Ue.

"Le evidenti convergenze ideologiche fra la presidente del Consiglio di estrema destra italiana e il tandem formato oltre Atlantico dal presidente americano e dall'oligarca Elon Musk potrebbero rendere Giorgia Meloni la testa di ponte in Europa dell'internazionale reazionaria apparentata al nuovo potere a Washington", ha scritto lunedì Le Monde.

Meloni ha due opzioni fra cui scegliere: "difendere gli interessi europei e svolgere un ruolo motrice sul continente, nel momento di debolezza di Francia e Germania", argomenta il quotidiano francese, oppure "coltivare solo le relazioni bilaterali di Roma e Washington e fare dell'Italia la testa di ponte, nell'Europa occidentale, di una internazionale reazionaria e nazionalista di cui il suo 'amico' Elon Musk, da Londra a Berlino, è diventato l'onnipresente padrino".

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