Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Abusi sessuali: indagine della diocesi di Bolzano accusa 41 preti, 75 le presunte vittime

Image
Image Diritti d'autore  Gerald Herbert/Copyright 2018 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Gerald Herbert/Copyright 2018 The AP. All rights reserved.
Di Michela Morsa
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button

Il rapporto di 631 pagine è il risultato della prima indagine indipendente di questo tipo svolta in Italia. I legali che hanno condotto la ricerca sottolineano la "parzialità" dei dati e la sostanziale inazione dei vertici ecclesiastici

PUBBLICITÀ

La diocesi di Bolzano-Bressanone ha rivelato questa settimana 67 casi di presunti abusi sessuali commessi da sacerdoti della diocesi tra il 1964 e il 2023.

Il rapporto reso pubblico lunedì sugli abusi sessuali nei confronti di minori e persone vulnerabili coinvolge l'operato di 41 sacerdoti su 75 vittime, seppure le posizioni di sedici di loro "non sono ancora state chiarite".

Dall'indagine emerge che l'età media dei preti è tra i 28 e i 35 anni, mentre il 51 per cento delle vittime ha tra gli 8 e i 14 anni e il 33 per cento tra i 15 e i 18 anni.

Un dato atipico che emerge dal rapporto, rispetto ad altre indagini svolte negli ultimi anni in diversi Paesi del mondo, è che la maggior parte delle vittime (almeno il 51 per cento) è di sesso femminile.

Gran parte dei fatti risale al periodo fra il 1964 e il 1979, ma il 52 per cento delle segnalazioni è arrivato dopo il 2010, quando nella diocesi è stato istituito un centro di ascolto e un servizio di prevenzione per gestire in maniera strutturata i casi di abuso.

ll rapporto di 631 pagine è il primo nel suo genere in Italia.

La stessa diocesi infatti ha incaricato della ricerca una terza parte, lo studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl di Monaco di Baviera, nell'ambito di una più ampia iniziativa sul tema degli abusi sessuali all'interno della Chiesa, dal titolo "Il coraggio di guardare", avviata nel novembre del 2023.

Cosa dice il rapporto sugli abusi sessuali nella diocesi di Bolzano-Bressanone

L'indagine ha analizzato i casi uno per uno con particolare attenzione alla consapevolezza dei vertici ecclesiastici delle violenze e della sostanziale inazione e/o mancanza di denuncia, permettendo la perpetrazione di ulteriori abusi.

Il dossier critica apertamente l'operato di vicari generali e vescovi, con relativi nomi.

Dall'analisi emerge infatti che i preti segnalati o sospettati di abusi venivano sistematicamente trasferiti senza mai prendere reali provvedimenti. Al massimo, ad alcuni veniva consigliata la terapia psichiatrica oppure venivano invitati a non celebrare battesimi.

"L’accusa più grave rivolta ai responsabili della diocesi - si legge nel rapporto - riguarda l’ininterrotto impiego nella pastorale, talvolta senza restrizione alcuna, dei sacerdoti sospettati di abusi.

"Un totale di 15 sacerdoti ha continuato a prestare servizio. Per decenni pare che la direzione diocesana sia stata guidata dall’idea che il semplice trasferimento di un sacerdote fosse una risposta sufficiente alla condotta abusante".

Il caso più clamoroso è quello di un sacerdote condannato in appello, ma la cui imputazione è stata prescritta in Cassazione, che non è stato mai rimosso dalle sue mansioni.

Il “caso 5” riguarda un sacerdote che nei primi anni Sessanta ha compiuto un primo abuso ed è stato trasferito, poi un altro abuso ed è stato ancora trasferito.

Il “caso 15” è dedicato a un prete che, nonostante le proteste dei fedeli, ha celebrato i funerali di un insegnante suicida che era stata una sua presunta vittima da bambino.

Come è stato condotto il rapporto sugli abusi sessuali nella diocesi di Bolzano-Bressanone

Lo studio è stato condotto ascoltando decine di testimoni e in larga parte attingendo dai fascicoli conservati all'interno degli stessi archivi ecclesiastici.

Per questo nello stesso rapporto gli autori sottolineano la parzialità dei dati presentati, presumendo "un alto numero di casi sommersi".

Va anche considerato che gli episodi analizzati non sono del tutto accertati.

"La fondatezza dell'accusa è da considerarsi dimostrata in 9 di essi, è plausibile in 44 di essi, e non è definitivamente giudicabile sulla base degli elementi disponibili in 14 di essi", si legge nel rapporto.

Il commento del vescovo di Bolzano-Bressanone Ivo Muser

Il vescovo di Bolzano-Bressanone Ivo Muser si è preso fino a venerdì per rispondere in maniera completa al dossier sugli abusi, alcuni dei quali lo chiamano direttamente in causa per presunte inadempienze, dal momento che sarebbero avvenuti mentre era già responsabile della diocesi, che guida dal 2011.

"Negli ultimi anni attraverso il centro di ascolto diocesano e i colloqui personali con le persone colpite ho imparato quanto sconvolgente e distruttivo possa essere l’abuso sessuale. Penso alle molte persone che ne sono state vittime da parte di sacerdoti o altri soggetti che lavorano nella Chiesa. La loro sofferenza ci deve riempire di vergogna e ci sfida ad andare fino in fondo", ha affermato Muser in una prima dichiarazione, riconoscendo "gli errori".

"Ogni caso di abuso è uno di troppo. La mia speranza e la mia profonda convinzione è che questo sia il primo passo di un cammino che faccia della Chiesa un luogo sicuro, soprattutto per bambini, giovani e adulti vulnerabili", ha aggiunto.

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Papa Francesco in Belgio: "Abusi sessuali una vergogna per la Chiesa, chiediamo perdono"

Timor-Est: il Papa chiede tutela per i giovani dagli abusi, fuori e dentro la Chiesa

Irlanda, il rapporto "straziante" sui presunti abusi sessuali da parte di religiosi cattolici