Lo staff di Corina Machado ha dichiarato che la leader dell'opposizione venezuelana è stata rilasciata dopo essere stata intercettata da agenti armati del chavismo che hanno sparato contro la sua delegazione e l'hanno trattenuta, ha riferito il comando politico del partito Vente Venezuela
La leader dell'opposizione in Venezuela, Maria Corina Machado, è stata rilasciata dopo essere stata trattenuta con la forza a Caracas al termine della manifestazione di protesta alla vigilia dell'insediamento del presidente Nicolas Maduro. Lo riporta l'emittente Ntn24.
Il ministero dell'Interno venezuelano ha definito la notizia dell'arresto di Machado "una menzogna" e anche il ministro degli Esteri Yván Gil ha parlato di una falsa operazione. "La signora María Corina Machado ha tentato un'operazione di false flag, prendendo in giro la destra e il fascismo internazionale, che immediatamente ha mentito come al solito" ha scritto il ministro su Telegram.
"La virulenza della reazione dei governi e dei personaggi estremisti internazionali segnala solo la complicità tra coloro che non accettano che l'opposizione è un clamoroso fallimento e agiscono come sempre facendo una figura ridicola di prima grandezza", ha aggiunto Gil.
La dinamica dell'arresto della leader dell'opposizione venezuelana
Machado è stata intercettata da agenti armati del chavismo che hanno sparato contro la sua delegazione, ha riferito il comando politico del partito Vente Venezuela.
"María Corina è stata violentemente intercettata mentre usciva dal comizio di Chacao. Speriamo di poter confermare la sua situazione tra pochi minuti. Agenti del regime hanno sparato alle moto che la trasportavano", ha dichiarato in un comunicato il partito Vente Venezuela.
La leader dell'opposizione era uscita brevemente dalla clandestinità per partecipare a una manifestazione pacifica dell'opposizione a Chacao, uno dei comuni di Caracas, sotto la minaccia delle forze di polizia e militari e delle bande armate di civili che pattugliano la città.
A pochi metri da un picchetto di polizia pesantemente armata e blindata, e vicino a civili chavisti armati, Machado ha preso la parola per cantare l'inno nazionale venezuelano da un palco improvvisato su un veicolo, per rivolgersi a circa 700 persone che l'attendevano con ansia dal mattino.
Manifestazioni a sostegno dell'opposizione venezuelana
A Caracas, così come in altre città di tutto il mondo come New York, Madrid, Buenos Aires e Bruxelles sono state organizzate manifestazioni a sostegno del leader dell'opposizione venezuelana Edmundo González Urrutia. Quest'ultimo ha voluto inviare un messaggio di speranza dal Palazzo Nazionale della Repubblica Dominicana: “Ci vedremo tutti molto presto a Caracas, in libertà”.
Le proteste coincidono con l'annuncio del suo ritorno nella capitale della nazione sudamericana, con l'obiettivo di assumere la presidenza, dopo aver mostrato le copie delle schede elettorali che, come ha ricordato, certificherebbero la sua vittoria alle elezioni del 28 luglio.
Tensione nelle strade di Caracas
Nelle strade la tensione è palpabile. Centinaia di venezuelani, sia dell'opposizione che pro-Chávez, hanno iniziato a marciare in vari punti della capitale venezuelana. Alcuni seguendo l'appello della leader dell'opposizione María Corina Machado (scesa in piazza con una bandiera dopo aver parlato di "una grande giornata di mobilitazioni") e altri per sostenere Nicolás Maduro.
Maduro, messo in discussione a livello internazionale, dovrebbe giurare questo venerdì per un terzo mandato consecutivo, senza aver presentato documenti ufficiali comprovanti la sua vittoria.
Nel frattempo, a Santo Domingo, ultima tappa del suo tour internazionale, González Urrutia incontrerà il presidente dominicano Luis Abinader e altri alti funzionari prima di fare rotta per Caracas. Il viaggio segue una visita a Panama, dove è stato ricevuto dal presidente José Raúl Mulino. Poco prima, lo stesso González Urrutia aveva denunciato il rapimento di suo genero, Rafael Tudares, avvenuto ormai 48 ore fa.
Sui social media, il leader dell'opposizione venezuelana - che ha incassato un endorsement dal Canada, Paese che finora non aveva preso una posizione ufficiale ma che lo ha riconosciuto vincitore delle elezioni - ha chiesto informazioni sul luogo di detenzione e sulle condizioni di Tudares, definendo l'atto una flagrante violazione dei diritti umani. “Condanno fermamente questa rappresaglia politica contro la mia famiglia e contro coloro che sono scomparsi negli ultimi giorni”, ha scritto su X. Da parte sua, Mariana González, figlia del leader dell'opposizione e moglie di Tudares, ha dichiarato che il marito sarebbe detenuto in isolamento e che il tutto sarebbe un atto di intimidazione.
Come detto, in piazza sono scesi anche i sostenitori di Maduro, che hanno organizzato contro-manifestazioni a Caracas per sostenere il leader. In Venezuela, d'altra parte, in gioco c'è il futuro del Paese, con la comunità internazionale che segue con attenzione l'evolversi della situazione. Segnalati anche arresti di leader dell'opposizione e di membri della società civile, fatti che hanno provocato le condanne di Washington e dell'Unione Europea.
In piazza anche a Madrid
Alla mobilitazione di Caracas si è aggiunta quella nella capitale spagnola, Madrid. Alle 18 la Puerta del Sol ha ospitato una protesta: lo slogan utilizzato è stato "Siamo tutti Venezuela. Gloria al popolo coraggioso”. Il Partito popolare e il movimento di estrema destra Vox hanno invitato a partecipare.
Presenti il leader conservatore Alberto Núñez Feijóo (che su X ha invitato ad alzare la voce in piazza), la presidente della Comunità di Madrid, Isabel Díaz Ayuso, il sindaco della capitale, José Luis Martínez-Almeida, e gli ex presidenti José María Aznar e Mariano Rajoy.