I parlamentari dell'Abkhazia non hanno ratificato un accordo di investimento con la Russia che ha scatenato ampie proteste il mese scorso
Il parlamento dell'autoproclamata repubblica caucasica dell'Abkhazia ha votato martedì contro la ratifica di un accordo che puntava ad agevolare l'arrivo di investimenti provenienti dalla Russia. Si tratta di un progetto che ha scatenato un'ondata di proteste e che ha portato anche alle dimissioni del presidente Aslan Bzhania.
I leader dell'opposizione hanno osteggiato l'accordo, spiegando che avrebbe permesso a ricche società e cittadini russi di acquistare terreni e proprietà sull'attraente costa del Mar Nero. Così, ventuno deputati hanno votato contro la ratifica, mentre due si sono astenuti. In totale erano presenti alla sessione parlamentare 23 deputati su 35.
L'accordo sugli investimenti russi è stato firmato il 30 ottobre a Mosca dal ministro dello Sviluppo Economico della Russia Maxim Reshetnikov e dalla ministra dell'Economia dell'Abkhazia Kristina Ozgan. Le autorità abkhaze hanno sottolineato come l'accordo miri ad attrarre investimenti russi nell'economia locale, in particolare nei settori dell'agricoltura e del turismo. È stato previsto anche lo sviluppo di nuove infrastrutture, tra le quali gasdotti, impianti per l'approvvigionamento idrico e per i trasporti.
L'opposizione ritiene che alcune disposizioni del documento possano mettere in difficoltà le imprese locali e compromettano gli interessi dell'Abkhazia. L'11 novembre, dopo l'arresto di diversi rappresentanti dell'opposizione, sono esplose le proteste, con i manifestanti che hanno chiesto le dimissioni di Bzhania. Le elezioni per il nuovo capo dell'Abkhazia sono previste per il 15 febbraio.
La maggior parte dell'Abkhazia si è staccata dalla Georgia durante i combattimenti terminati nel 1993 e la Georgia stessa ha perso il controllo del resto del territorio a seguito di una breve guerra con la Russia, nel 2008. La Russia riconosce l'Abkhazia come Paese indipendente, ma molti cittadini pensano che la regione, nella quale vivono circa 245mila persone, sia di fatto uno Stato asservito a Mosca.