Bulgaria, seggi chiusi: secondo gli exit poll conduce il partito conservatore Gerb dell'ex primo ministro Borisov
Seggi chiusi in Bulgaria dopo la settima elezione generale in quattro anni, mentre il Paese si trova ad affrontare una crescente instabilità politica che potrebbe favorire l'ascesa di sentimenti filo-russi e di estrema destra.
I primi exit poll dell'agenzia Gallup danno in testa con il 25,1% dei voti il partito conservatore Gerb, il cui leader Boyko Borisov ha governato il Paese nel passato per quasi dieci anni.
Il partito liberale 'Continuiamo il cambiamento' (Pp) raccoglierebbe il 15,4% dei voti piazzandosi al secondo posto. I nazionalisti del partito 'Vazrazhdane' ('Rinascita') sarebbero terzi con il 13,8%.
L'instabilità della Bulgaria
Solo due delle sei elezioni generali dal 2021 hanno prodotto un governo eletto. Tuttavia, entrambi sono crollati dopo aver tentato di introdurre riforme e di tagliare i residui della dipendenza del Paese dalla Russia.
L'ultimo voto tenutosi a giugno non ha prodotto un chiaro vincitore e le sette fazioni elette nella frammentata legislatura non sono state in grado di mettere insieme una coalizione valida.
I sondaggi sul voto in Bulgaria
Gli osservatori suggeriscono che il voto attuale produrrà ancora una volta lo stesso risultato, con scarse possibilità di una fine immediata dello stallo politico.
I sondaggisti hanno previsto che la stanchezza degli elettori e la disillusione nei confronti del sistema politico si sarebbe tradotta in una bassa affluenza alle urne e in un parlamento frammentato in cui i gruppi populisti e filorussi potrebbero aumentare la loro rappresentanza.
Oltre alla bassa affluenza, "il timore della vigilia era quello di un alto numero di voti controllati, non solo quelli comprati ma anche quelli dovuti alle pressioni delle autorità locali, comprese quelle aziendali", ha dichiarato l'analista Stoyana Georgieva.
L'analista aveva paventato la possibilità che il principale partito pro-Russia in Bulgaria, Vazrazhdane, emerga come seconda forza politica. Il partito di estrema destra, ultranazionalista e populista insiste affinché la Bulgaria elimini le sanzioni contro la Russia, smetta di aiutare l'Ucraina e tenga un referendum sulla sua adesione alla Nato.
Il Paese balcanico di 6,7 milioni di abitanti è attanagliato dall'instabilità politica dal 2020, quando sono scoppiate proteste a livello nazionale contro i politici corrotti che avevano permesso agli oligarchi di prendere il controllo delle istituzioni statali.