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Attacco dell'11 settembre: la mente degli attentati si dichiara colpevole

Khalid Sheikh Mohammed
Khalid Sheikh Mohammed Diritti d'autore AP/AP2003
Diritti d'autore AP/AP2003
Di Euronews Agenzie:  AP
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Khalid Sheikh Mohammed e due sue complici hanno accettato il patteggiamento e si sono dichiarati colpevoli degli attacchi del 2001 che sconvolsero gli Stati Uniti e il mondo intero. Per i tre membri di Al Qaida la difesa ha chiesto l'ergastolo

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Khalid Sheikh Mohammed, accusato di essere la mente degli attacchi di Al-Qaeda dell'11 settembre 2001 contro gli Stati Uniti, ha accettato di dichiararsi colpevole. Lo ha fatto sapere mercoledì il Dipartimento della Difesa. La sua confessione porterà a una risoluzione a lungo ritardata dell'attacco che ha provocato la morte di migliaia di persone e ha modificato il corso degli Stati Uniti e di gran parte del Medio Oriente.

Mohammed e due complici, Walid bin Attash e Mustafa al-Hawsawi, dovrebbero dichiararsi colpevoli presso la commissione militare di Guantanamo Bay, Cuba, già la prossima settimana. Gli avvocati della difesa hanno chiesto che gli uomini ricevano l'ergastolo in cambio delle dichiarazioni di colpevolezza. Lo si apprende dalle lettere del governo federale ricevute dai parenti di alcune delle circa tremila persone uccise la mattina dell'11 settembre.

I funzionari del Pentagono hanno rifiutato di rendere noti immediatamente i termini completi dei patteggiamenti. L'accordo degli Stati Uniti con gli uomini arriva più di 16 anni dopo l'inizio del loro processo per l'attacco di Al-Qaeda.

La guerra al terrore di Bush

L'attacco al Pentagono e alle Torri Gemelle ha dato il via a quella che l'amministrazione del presidente George W. Bush ha definito la sua guerra al terrore, provocando le invasioni militari statunitensi dell'Afghanistan e dell'Iraq e anni di operazioni degli Stati Uniti contro gruppi estremisti armati in altre zone del Medio Oriente.

L'attacco e le rappresaglie statunitensi hanno portato al rovesciamento di due governi, hanno devastato comunità e Paesi coinvolti nella battaglia e hanno contribuito a ispirare le rivolte popolari della Primavera araba del 2011 contro i governi autoritari del Medio Oriente.

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