La Svezia chiude l'indagine sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream

Gasdotto Nord Stream
Gasdotto Nord Stream Diritti d'autore AP/AP
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Di Ilaria Cicinelli
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La Svezia ha chiuso l'inchiesta sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream perché la sua giurisdizione non è applicabile. La Germania però non si ferma, al momento le autorità non possono condividere dettagli ma Stoccolma invierà a Berlino "prove" raccolte durante le indagini

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I funzionari svedesi hanno dichiarato mercoledì di aver deciso di chiudere l'indagine sulle esplosioni del settembre 2022 che hanno gravemente danneggiato ilgasdotto Nord Stream perché non hanno giurisdizione in materia.

L'indagine della Svezia riguardava solo una delle tre esplosioni che hanno colpitoil condotto, costruito per trasportare il gas naturale russo in Germania. Anche Danimarca e Germania stanno esaminando il caso.

Il sabotaggio del Nord Stream durante la crisi energetica in Europa

L'attacco, avvenuto mentre l'Europa cercava l'indipendenza dalle fonti energetiche russe dopo l'invasione dell'Ucraina da parte del Cremlino, ha contribuito alle tensioni che hanno seguito l'inizio della guerra. Chi ci sia dietro al sabotaggio rimane un grande mistero internazionale.

Il procuratore Mats Ljungqvist, dell'autorità giudiziaria svedese, ha dichiarato in un comunicato che "l'indagine è stata sistematica e approfondita ma alla luce della situazione attuale, possiamo affermare che la giurisdizione svedese non è applicabile". 

Ljungqvist ha aggiunto che "l'indagine tedesca continua e, a causa della segretezza che prevale nella cooperazione internazionale, non posso commentare ulteriormente. Abbiamo collaborato a fondo con Berlino e siamo stati in grado di consegnare materiale che può essere utilizzato come prova nella loro indagine".

L'indagine della Germania sul Nord Stream non si ferma: il disastro ambientale

In una risposta via e-mail alle domande sull'impatto della decisione svedese e sullo stato delle loro indagini, i procuratori federali tedeschi hanno detto solo che "le nostre indagini continuano". Hanno dichiarato di non voler fornire ulteriori informazioni al momento.

Al di là dell'impatto geopolitico, le perdite del gasdotto Nord Stream sono state un enorme disastro ambientale, con la fauna locale colpita ed enormi volumi di metano scaricati nel Mar Baltico, in quello che secondo gli analisti potrebbe essere il più grande rilascio di metano dovuto all'attività umana.

Nel marzo 2023, i media tedeschi hanno riferito che un gruppo filoucraino era coinvolto nel sabotaggio utilizzando una nave e partendo dal porto tedesco di Rostock. L'Ucraina ha respinto l'ipotesi che potesse aver ordinato l'attacco e i funzionari tedeschi hanno invitato alla cautela. A più di 16 mesi dal sabotaggio non c'è ancora una spiegazione accettata. 

La dinamica del sabotaggio, danneggiato anche il Nord Stream 2

Le esplosioni sottomarine hanno portato alla rottura del gasdotto Nord Stream 1, che era la principale via di approvvigionamento di gas naturale della Russia verso la Germania fino a quando la Russia non ha interrotto le forniture alla fine di agosto dello stesso anno.

Le esplosioni hanno danneggiato anche il gasdotto Nord Stream 2, che non è mai entrato in servizio perché la Germania ha sospeso il processo di certificazione poco prima che la Russia invadesse l'Ucraina nel febbraio 2022.

Le detonazioni sono avvenute a circa 80 metri di profondità sul fondo del Mar Baltico, nelle zone economiche della Svezia e della Danimarca. Le misurazioni sismiche hanno indicato che le esplosioni sono avvenute poco prima della scoperta delle perdite.

Il presidente russo Vladimir Putin e i funzionari russi hanno accusato gli Usa di aver organizzato le esplosioni, che hanno descritto come un attacco terroristico. Washington ha negato il suo coinvolgimento.

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