La protesta dei trattori: autostrade bloccate in Francia, manifestazioni in Germania e Belgio. Nel mirino l'erosione dei redditi e l'aumento dei costi
Non sono bastate le promesse del primo ministro francese Gabriel Attal a far rientrare la protesta degli agricoltori in Francia.
Diversi cortei di trattori bloccano le autostrade del Paese dirette a Parigi e altri snodi viari a grande percorrenza.
La mobilitazione, che dura da nove giorni, mira a porre ''sotto assedio'' la capitale francese nella battaglia con l'esecutivo su una serie di rivendicazioni, ritenute essenziali dagli operatori del settore.
Perché protestano gli agricoltori francesi
Gli agricoltori francesi denunciano una netta diminuzione del reddito, dovuta all'aumento dei prezzi dei fertilizzanti, dell'energia e di altri fattori di produzione. Secondo i manifestanti, la crisi sta rendendo addirittura insostenibile l'attività agricola per molti piccoli coltivatori.
Nella lista delle rivendicazioni anche lo snellimento della burocrazia, che regola il comparto, massicciamente sovvenzionato, ma danneggiato dalle importazioni di cibo da Paesi in cui i produttori agricoli devono affrontare costi più bassi e minori vincoli.
"Il nostro obiettivo non è rovinare la vita dei francesi - ha dichiarato Arnaud Rousseau, presidente del sindacato agricolo Fnsea, uno dei leader delle proteste - Il nostro obiettivo è fare pressione sul governo affinché trovi rapidamente soluzioni per uscire dalla crisi".
Il governo ha annunciato un dispiegamento di 15.000 agenti di polizia, per lo più nella regione di Parigi, per prevenire qualsiasi tentativo da parte dei manifestanti di entrare nella capitale e anche per proteggeregli aeroporti el'hub per le forniture di cibo, il mercato di Rungis.
Trattori mobilitati anche in Germania
Anche in Germania gli agricoltori protestano contro la politica di settore del governo tedesco. **Centinaia di trattori ad Amburgo hanno causato massicci intralci al traffico.**La marcia dei produttori, che hanno percorso cinque strade principali a forma di stella verso il centro della città, è confluita in Theodor-Heuss-Platz, presso la stazione ferroviaria di Dammtor, dove si è tenuta una manifestazione nella mattinata di lunedì 29 gennaio. A mezzogiorno la polizia ha contato nell'area circa 550 trattori.
La manifestazione si è svolta all'insegna dello slogan "Contro la follia fiscale e burocratica".
Belgio, agricoltori contro l'accordo sulle emissioni di azoto
Il 28 gennaio centinaia di agricoltori sono scesi in piazza nel comune belga di Turnhout, nelle Fiandre, per protestare contro l'accordo sulle emissioni di azoto, approvato dal Parlamento fiammingo, e contro le leggi agricole europee.
L'accordo sull'azoto (tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra) prevede la riduzione delle emissioni in vari settori, con il rischio di chiusura per alcune aziende.
In Belgio gli agricoltori temono un aggravio eccessivo degli oneri finanziari per coloro che fanno ricorso a fertilizzanti e reflussi zootecnici contenenti azoto. La misura rientra più ampio piano, sostenuto dall'Ue, di riduzione del 50% delle emissioni entro il 2030, come previsto dal Green Deal europeo. I produttori lamentano che i costi della transizione ricadano esclusivamente sui lavoratori e sulle imprese agricole.
Domenica sera più di 700 persone, tra cui membri della FDF (Farmers Defense Force) e 80 trattori, hanno occupato le strade del comune. Intervenendo alla manifestazione, Bart Dickens di Arendonk, della sezione belga della Forza di Difesa degli Agricoltori, ha dichiarato che "l'accordo sull'azoto è troppo".