Proteste degli agricoltori: i sindacati francesi verso "l'assedio" di Parigi, azioni anche in Italia

Le proteste degli agricoltori in Francia
Le proteste degli agricoltori in Francia Diritti d'autore MTI
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Di Michela Morsa
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Gli agricoltori francese hanno annunciato che questo lunedì bloccheranno gli accessi alla capitale per impedire il rifornimento di prodotti alimentari. Ancora trattori in strada in tutta Europa, maggiore partecipazione anche in Italia durante il weekend

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Gli agricoltori europei sono pronti per un'altra giornata di dure proteste questo lunedì. La situazione è particolarmente tesa in Francia: i sindacati di categoria hanno annunciato che dal primo pomeriggio inizieranno un **"assedio" di Parigi per un "periodo indefinito"**per impedire l'ingresso di qualsiasi fornitura di prodotti alimentari nella capitale. 

L'obiettivo principale è Rungis, il mercato di prodotti freschi alla periferia della città (vicino all'aeroporto di Orly), uno dei più grandi al mondo nel suo genere. 

Mentre gli agricoltori francesi dirigono i loro pesanti trattori verso la capitale, le autorità si stanno adoperando per contrastare "l'attacco" con "importanti misure difensive", soprattutto intorno a Rungis e agli aeroporti della regione. 

Sono state poste vetture blindate a protezione dei luoghi chiave e dei punti di accesso e il ministro degli Interni Gerald Darmanin ha dato istruzione ai prefetti di non permettere ai manifestanti di entrare a Parigi o nei capoluoghi di regione. Sono stati mobilitati 15mila agenti

Gli agricoltori francesi lamentano la mancanza di profitti, le dure politiche ecologiche del governo e la concorrenza straniera.

Domenica il primo ministro Gabriel Attal ha incontrato gli agricoltori della Francia centrale nel tentativo di trovare una via d'uscita. Ma finora, i sindacati non sembrano essere impressionati dalla posizione del governo.

Anche in Grecia questo lunedì è prevista una grande partecipazione alla protesta degli agricoltori, che va avanti da diversi giorni. C'è una vasta mobilitazione soprattutto nel nord del Paese e nella regione centrale della Tessaglia, colpita la scorsa estate prima da devastanti incendi poi dalla tempesta Daniel, che ha provocato gravi inondazioni. 

Le proteste arrivano in Italia

Anche durante il weekend si sono svolte diverse manifestazioni in tutta Europa. E questo fine settimana, dopo alcuni giorni di iniziative spontanee, le proteste con i trattori hanno iniziato a coinvolgere in maniera più consistente anche gli agricoltori italiani, comunque con una dimensione per il momento minore rispetto alle azioni che vanno avanti da settimane con regolarità in altri Paesi europei, due su tutti Francia e Germania. 

La manifestazioni più partecipata è stata quella di Orte, in provincia di Viterbo, dove un centinaio di trattori ha occupato la rotonda dell'ingresso dell'autostrada A1, provocando la chiusura del casello per circa due ore. A Pescara un altro centinaio di trattori ha sfilato per il lungomare, senza però causare particolari disagi. 

Ci sono state poi iniziative meno partecipate in Sicilia, in Molise, su una strada calabrese e a Venezia, dove alcune decine di agricoltori hanno occupato un parcheggio con i loro trattori. Sono state bloccate diverse strade anche in Piemonte, ma i disagi sono stati trascurabili. 

Gli agricoltori italiani protestano principalmente contro l'aumento del prezzo del gasolio e l'enorme divario tra il loro ricavo dalla vendita dei prodotti e il prezzo a cui gli stessi arrivano sul mercato. Ce l'hanno anche con l'Europa che, secondo loro, sta imponendo leggi sempre più severe che faranno estinguere l'agricoltura "Made in Italy".

Il coordinatore dei Comitati riuniti agricoli (Cra) Danilo Calvani ha accusato il governo di aver aumentato le tasse per gli agricoltori in primis non rinnovando la detassazione sull’Irpef, la principale imposta sul reddito, che era stata in vigore per sette anni.

Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che in questi giorni è stato duramente contestato, ha provato a limitare le critiche dicendo che "in Italia non c’è un governo da convincere come sta avvenendo in altre nazioni" e sostenendo di essere "dalla parte degli agricoltori". 

Perché si protesta in tutta Europa

In ogni Paese la protesta è nata per motivazioni simili che riguardano il Green Deal europeo, una serie di misure già in gran parte approvate che mirano a rendere la produzione di energia meno dannosa per l'ambiente e in generale instaurare uno stile di vita più sostenibile. 

Il Green Deal vincola i paesi dell’Unione Europea a ridurre del 55 per cento entro il 2030 le emissioni nette e ad azzerarle entro il 2050. Le misure necessarie per raggiungere questo obiettivo, però, hanno un impatto non indifferente sulla vita degli agricoltori, che dovranno per esempio riconvertire un quarto dei propri terreni coltivati ad agricoltura biologica entro il 2030. È anche in discussione una misura per ridurre drasticamente l’uso di pesticidi. 

In ogni Paese poi si aggiungono altre ragioni più prettamente nazionali.

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