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Paesi baltici, accordo per una linea di difesa comune per rafforzare il confine orientale della Nato

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Di Michela Morsa
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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I ministri della Difesa di Lituania, Estonia e Lettonia hanno firmato un accordo per una linea di difesa comune. Il ministro lituano: "Alla luce dell'aggressione russa all'Ucraina la solidarietà tra i Paesi baltici deve essere più forte che mai"

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Questo venerdì i Paesi baltici hanno firmato un accordo per creare una linea di difesa comune, con lo scopo di rafforzare il confine orientale della Nato con Russia e Bielorussia. 

Il documento è stato firmato dai ministri della Difesa di Lettonia, Lituania ed Estonia a Riga, la capitale lettone, come annunciato dai ministri su X, precedentemente noto come Twitter. 

Secondo i leader baltici la "linea di difesa del Baltico" rafforzerà significativamente la capacità dei loro Paesi di proteggere i propri confini e di scoraggiare e bloccare qualsiasi potenziale aggressione militare.

I tre Paesi, che più di tutti temono un'aggressione da parte della Russia, "costruiranno strutture difensive anti-mobilità nei prossimi anni per scoraggiare e, se necessario, difendersi da minacce militari", come dichiarato dal ministro della Difesa estone Hanno Pevkur

"Alla luce dell'aggressione dell'Ucraina da parte della Russia, è molto importante portare avanti la nostra cooperazione. La solidarietà tra i Paesi baltici deve essere più forte che mai", ha detto il ministro della Difesa lituano Arvydas Anusauskas

"In vista dello storico vertice della Nato a Washington dobbiamo garantire che l’Alleanza sia meglio preparata che mai ad attuare piani di difesa, rafforzare la difesa aerea e missilistica e stanziare maggiori risorse", ha commentato su X il ministro della Difesa lettone Andris Spruds

I tre Stati sono tra i più convinti sostenitori dell'opinione che se non verrà sconfitto in Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin attaccherà anche i Paesi della Nato, a partire dai loro piccoli Stati confinanti con la Russia e della Bielorussia. 

Un'accusa rivolta a Putin anche dal presidente statunitense Joe Biden. Il mese scorso lo stesso leader del Cremlino ha definito queste ipotesi come "fesserie", perché Mosca "non ha nessun interesse a combattere la Nato".

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