Il premier irlandese Varadkar: "L'Ue ha un piano B in caso di veto ungherese sugli aiuti a Kiev"

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Di Stefania De Michele
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In primo piano i 50 miliardi di aiuti all'Ucraina su cui Budapest ha messo il veto. Il premier irlandese Varadkar indica un'altra strada

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"Il Consiglio europeo si riunirà il 1° febbraio, credo che sarà possibile concordare il pacchetto di sovvenzioni e prestiti da 50 miliardi di euro per l'Ucraina. Se non sarà possibile farlo come Unione europea, credo che dovremo farlo a livello di governi": così il primo ministro irlandese Leo Varadkar che, al World economic forum di Davos, si sofferma sull'impasse degli aiuti a Kiev a causa del veto ungherese.

Per essere erogate, le risorse - che sono fondamentali per garantire all'Ucraina finanziamenti a lungo termine - richiedono l'approvazione unanime dei membri dell'Unione europea, ma Budapest ha posto il veto. 

L'opzione in caso di veto ungherese ai fondi per l'Ucraina

Varadkar parla di un piano B ma aggiunge: "Mi auguro che non si arrivi a questo punto. Preferirei di gran lunga agire all'unanimità. Ma dobbiamo avere un'opzione di ripiego. A mio avviso, il piano B mette al centro i governi disposti e in grado di continuare a sostenere l'Ucraina, e quindi la grande maggioranza degli esecutivi europei, che sosterrebbe Kiev su base multilaterale".

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán si è rifiutato di dare il via libera agli aiuti per l'Ucraina, subordinandoli tra le altre cose all'accesso da parte di Budapest ai fondi per il recupero dalla pandemia. 

Orbán ha spesso cercato di barattare il sostegno alle cause dell'Ue con lo scongelamento da parte del blocco dei fondi trattenuti a causa della violazione dei principi democratici da parte dell'Ungheria.

A dicembre, dopo che la Commissione ha sbloccato 10,2 miliardi di euro, il premier ungherese ha ad esempio approvato l'apertura dei colloqui di adesione dell'Ucraina all'Ue.

Concessioni per l'unanimità?

Ma la Commissione ha fissato una soglia molto alta per l'erogazione di ulteriori fondi, segnalando che Budapest ha una lunga strada da percorrere prima di poter ricevere la sua parte di fondi per riprendersi dallo shock economico della pandemia.

A Bruxelles c'è stata una certa disponibilità a offrire a Orbán alcune concessioni per raggiungere un accordo, ma la maggior parte degli Stati membri ha respinto il tentativo dell'Ungheria di suddividere i finanziamenti all'Ucraina in tranche annuali che dovrebbero essere approvate all'unanimità ogni anno. In pratica, ciò darebbe a Orbán il potere di bloccare ogni anno i finanziamenti dell'Ue all'Ucraina per ottenere concessioni.

I negoziati sono in corso in vista della riunione del Consiglio europeo.

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