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Israele: "Controlliamo la porzione settentrionale della Striscia di Gaza"

La distruzione a Gaza dopo mesi di guerra tra Israele e Hamas
La distruzione a Gaza dopo mesi di guerra tra Israele e Hamas Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Andrea Barolini
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il ministro della Difesa Gallant ha affermato che la guerra continuerà, poiché "altrimenti gli ostaggi sarebbero condannati a rimanere nelle mani di Hamas"

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Il governo di Israele ha dichiarato che il proprio esercito sta terminando le operazioni militari terrestri nella porzione settentrionale della Striscia di Gaza, dopo averne ormai ottenuto il controllo. Ad affermarlo è stato il ministro della Difesa Yoav Gallant, secondo il quale, però, la guerra non terminerà: le truppe della nazione ebraica puntano infatti ad espandere il loro controllo sull'intero territorio. 

Gallant: "Se la smettessimo di attaccare, perderemmo gli ostaggi"

La notizia è giunta mentre Hamas ha fatto sapere che due ostaggi israeliani sarebbero morti a causa dei bombardamenti dell'aviazione di Tel Aviv. Un'affermazione che è stata tuttavia contestata. Gallant ha inoltre colto l'occasione per giustificare nuovamente le modalità di intervento di Israele a Gaza. 

"Se smettessimo di attaccare, il destino degli ostaggi sarà segnato da molti anni di prigionia nelle mani di Hamas. Senza pressione militare, nessuno parlerà con noi. Senza pressione militare non potremo raggiungere alcun accordo. Solo assumendo una posizione di forza le persone rapite potranno essere liberate", ha dichiarato il ministro.

Guterres: "Attacchi ben al di là del necessario, pochi aiuti umanitari a Gaza"

Nel frattempo, un'organizzazione non governativa ha mostrato immagini del campo  profughi di Bureij raso al suolo dopo il ritiro delle forze israeliane. Le Nazioni Unite continuano a denunciare l'impossibilità di far entrare nel nord di Gaza aiuti medici, carburante, acqua e attrezzature igienico-sanitarie: diverse volte è stato negato l'accesso dalla fine di dicembre a oggi.

Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha spiegato che "sebbene siano stati compiuti alcuni passi avanti per aumentare il flusso di assistenza umanitaria a Gaza, non arrivano ancora soccorsi adeguati a coloro che hanno sopportato mesi di assalti implacabili, ben al di là della misura necessaria".

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