I palestinesi temono l'arresto se accusati di parlare apertamente di guerra, gli israeliani critici presi di mira per aver espresso pareri
In Israele, nel contesto del traumatico massacro del 7 ottobre da parte di Hamas e della successiva offensiva militare israeliana a Gaza, le voci dissenzienti tacciono.
I palestinesi affermano di temere di essere arrestati se accusati di parlare apertamente della guerra, compresi i social.
Gli israeliani critici, inclusi docenti universitari, giornalisti e politici, sono stati presi di mira per aver espresso pareri.
La politica arabo-israeliana Aida Touma-Suleiman, che ha condannato il brutale attacco di Hamas contro gli israeliani, afferma che le è stato impedito di mostrare compassione ai palestinesi di Gaza.
"Non faccio più passeggiate con i miei nipoti - dice - perché non voglio che nessuno sappia che sono miei nipoti.
C'è un enorme incitamento contro chiunque osi protestare contro questa guerra o anche solo rivelare un po' di empatia verso ciò che sta accadendo a Gaza.
Non ci è permesso nemmeno piangere per un bambino palestinese che viene ucciso lì".
Controlli a tappeto per i detrattori
Lo scorso febbraio, il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, ha istituito una task force progettata per monitorare i discorsi di odio contro lo Stato di Israele.
E nelle ultime settimane, il sistema giudiziario israeliano ha confermato la custodia cautelare di coloro che erano accusati di aver violato la legge: i giudici l'hanno definito un "atto necessario, dato che il Paese è in tempo di guerra".
Amir Badran e Itamar Avneri sono alleati politici (palestinese ed ebreo) che lavorano per un approccio comune che limiti la paura e l’odio tra le due comunità.
"Gli ebrei e gli arabi hanno paura - dice Amir Badran - ma gli arabi sono ancora minacciati: molti giovani vengono arrestati, non solo giovani, pur non facendo granché sui social.
Un 'mi piace' che mettono o una semplice foto li porta subito ad essere scambiati per terroristi, per gente che sostiene Hamas".
"Gli ebrei sono molto ansiosi, hanno paura - afferma invece Itamar Avneri - molta paura, c’è una guerra a Gaza.
Tutti sono ansiosi e c'è tensione tra ebrei e arabi in Israele, è naturale, ma stiamo cercando di allentarla e di impedire che la violenza scoppi".