Socialisti europei verso le elezioni 2024: tra posizioni contrastanti, critiche e scandali

Il presidente del Partito Socialista europeo: l'ex primo ministro svedese Stefan Löfven.
Il presidente del Partito Socialista europeo: l'ex primo ministro svedese Stefan Löfven. Diritti d'autore Screenshot
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Di Cristiano TassinariEuronews
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Non solo le idee diverse sulla guerra a Gaza. Se da un lato, i Socialisti europei hanno applaudito il probabile ritorno al governo in Spagna di Pedro Sánchez, le dimissioni del governo portoghese di António Costa, accusato di corruzione, hanno creato più di un imbarazzo

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Il Partito Socialista europeo(PES) ha concluso il suo congresso a Malaga, in Spagna. 
L'ex primo ministro svedese Stefan Löfven è stato rieletto presidente: sarà lui a guidare il partito verso le elezioni europee del prossimo giugno (si voterà dal 6 al 9 giugno, a seconda del calendario elettorale dei 27 Stati membri).

I pretendenti ad un seggio a Bruxelles presenteranno le loro candidature da lunedì 13 novembre fino al 17 gennaio.

Se da un lato, i Socialisti europei hanno applaudito il probabile ritorno al governo in Spagna di Pedro Sánchez, le dimissioni del governo del primo ministro portoghese António Costa, accusato di corruzione, hanno creato più di un imbarazzo. 

Oltre all'agenda elettorale per i prossimi sette mesi, buona parte della discussione al congresso di Malaga, sotto il titolo "Adelante Europa", è stata monopolizzata dalla guerra Israele-Hamas. 

Deciso l'intervento di Pedro Sánchez:
"Condanniamo il terrorismo di Hamas. Esigiamo la restituzione degli ostaggi, senza alcuna condizione. Chiediamo un cessate il fuoco umanitario. E sappiamo che la soluzione definitiva arriverà con il riconoscimento di uno Stato palestinese e la coesistenza dei due stati, Israele e Palestina, in pace e sicurezza”.

L'intervento di Pedro Sánchez. (Malaga, 11.11.2023)
L'intervento di Pedro Sánchez. (Malaga, 11.11.2023)Screenshot

Cessate il fuoco o pausa umanitaria?

Le posizioni socialiste sulla guerra a Gaza non sono unanimi. 
A differenza di Sánchez, il Cancelliere tedesco Olaf Scholz spinge per una pausa umanitaria, ma non per un cessate il fuoco totale.

Scholz e Sánchez: non proprio la stessa lunghezza d'onda. (Malaga, 11.11.2023)
Scholz e Sánchez: non proprio la stessa lunghezza d'onda. (Malaga, 11.11.2023)Screenshot

In ogni caso, i preparativi dei Socialisti europei per la campagna parlamentare dell’Ue sono offuscati da diversi aspetti spiacevoli.

Tra questi, vi sono le forti critiche (e le proteste da nove giorni) nei confronti del padrone di casa, Pedro Sánchez, che ha stretto un accordo con gli indipendentisti catalani per formare un nuovo governo, dopo aver promesso l'amnistia all'ex presidente della Generalitat Catalana, Carles Puigdemont, e a tutti i leader del movimento che, il 1° ottobre 2017, organizzò un discusso (e non autorizzato) referendum per l'indipendenza della Catalogna. 

Il problema-Portogallo

Dopo l'addio (o arrivederci?) ad una socialista rampante come l'ex premier finlandese Sanna Marin, un altro problema è lo scandalo in Portogallo, dove il primo ministro António Costa ha dovuto dimettersi e indire elezioni anticipate, dopo che si è scoperto che alcuni membri del suo partito erano stati coinvolti casi di presunta corruzione.
 
In Portogallo si voterà in marzo.

Il Partito Socialista si allarga

Il PES ha accolto un nuovo membro a pieno titolo: il partito ungherese Coalizione Democratica

Come osservatori, sono stati ammessi altri quattro partiti: due dell'opposizione in Bielorussia (Hramada e Narodnaya Hramada), il Partito Socialdemocratico (Levizja Vetevendosje) del Kosovo e il Partito della Libertà e della Giustizia (Serbia).

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