Bojo, il Covid e quelle chat pesanti sugli anziani e il virus

Boris Johnson dopo aver ricevuto la prima dose di AstraZeneca
Boris Johnson dopo aver ricevuto la prima dose di AstraZeneca Diritti d'autore AP Photo/Frank Augstein, Pool
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Di Andrew Naughtie, Euronews
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

La lotta del governo britannico per rispondere in modo coerente alla pandemia per tutto il 2020 è stata messa a nudo da ex collaboratori di Downing Street

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Secondo un'inchiesta pubblica, sulla gestione dell'epidemia di Covid-19 da parte del governo britannico, è emerso che l'ex primo ministro Boris Johnson avrebbe mostrato un allarmante atteggiamento di compiacimento nei confronti dell'elevato numero di decessi causati dal virus tra gli anziani. 

Stando alle testimonianze di diversi assistenti e funzionari pubblici di alto livello, Johnson era scettico sul fatto che la minaccia del virus per gli anziani valesse le drammatiche misure, come il lockdown, adottate per fermarne la diffusione del Covid, anche quando il Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito era stato sommerso da pazienti gravemente malati.

Tra le altre prove presentate, c'è la testimonianza che Bojo chiese ai consulenti se fossero vere le affermazioni infondate secondo cui le persone potevano evitare di contrarre il COVID utilizzando uno speciale asciugacapelli, situato vicino al naso.

In base ad alcune note, rese pubbliche, da Sir Patrick Vallance, all'epoca principale consulente scientifico del governo, l'allora primo ministro espresse ripetutamente la sua irritazione nel dare priorità al controllo della diffusione del virus.

Nel dicembre 2020, poco prima che il Regno Unito desse il via alle restrizioni e alle chiusure, in vista di quella che si rivelò una seconda devastante ondata di infezioni, Vallance scrisse: "Dice che il suo partito pensa che l'intera faccenda sia patetica e che il Covid sia solo il modo in cui la Natura si occupa degli anziani - e non sono del tutto sicuro di non essere d'accordo con loro. Molti moderati pensano che sia un po' troppo e vuole affidarsi ai sondaggi".

L'ex consigliere di Downing Street, Dominic Cummings, che ha lavorato come assistente senior di Johnson durante le prime fasi della pandemia prima di essere licenziato dopo una serie di scandali, ha presentato una dichiarazione di 115 pagine in cui descrive in dettaglio ciò che ricorda del processo decisionale al centro del governo nei primi mesi del 2020.

In tale documento, dipinge Johnson come altamente suggestionabile e incline a "rimbalzare da un'idea all'altra" in base "all'ultima persona con cui ha parlato". E in messaggi WhatsApp, spesso espliciti del marzo 2020, Cummings e Cain si riferiscono all'allora primo ministro come a un "carrello", paragonandolo al sindaco del film "Lo squalo" del 1974 che insiste nel tenere aperte le spiagge nonostante la presenza di un grande squalo bianco.

In un'altra parte della sua testimonianza, Cummings ricorda di aver dovuto aiutare a persuadere Johnson dal recarsi di persona a vedere la Regina Elisabetta II a causa del rischio di infettarla.

"Ero disperato e dissi qualcosa del tipo: 'se hai il Covid e uccidi la Regina sei finito'", ricorda Cummings, facendo notare che un resoconto della discussione "è apparso sulla BBC nel 2021 ed è stato falsamente negato" da Downing Street.

Nel corso della deposizione di mercoledì, l'alto funzionario Helen McNamara ha confermato le precedenti testimonianze secondo cui Johnson non era sufficientemente preparato dal punto di vista scientifico per comprendere ciò che gli veniva detto dai consulenti del governo, richiedendo ripetute spiegazioni per aiutarlo a capire concetti cruciali come i tassi di infezione e gli scenari peggiori.

Johnson è stato infettato dal Covid-19 nell'aprile 2020, con sintomi abbastanza gravi da essere trasferito in terapia intensiva. Alla fine si riprese e si negativizzò. 

Sebbene la sua premiership sia sopravvissuta alla pandemia, la sua posizione è stata irrimediabilmente danneggiata quando è emerso che il personale di Downing Street - compreso lui stesso- organizzarono feste anche quando ai cittadini era stato ordinato di rimanere a casa, evitando persino i funerali e le visite ai propri cari in ospedale.

All'inizio di quest'anno, è stato scoperto che ha ingannato il Parlamento nelle sue smentite sugli eventi di quello che è diventato noto come "Partygate". Uno scandalo che portò Bojo a dimettersi dal suo incarico. 

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