Secondo il rapporto della commissione parlamentare, pubblicato stamani, Johnson ha deliberatamente fuorviato il parlamento sull'affaire. Lui: "è un omicidio politico"
Partygate: il rapporto del parlamento sulla condotta dell'ex premier britannico, Boris Johnson è senza appello: Johnson ha deliberatamente fuorviato il Parlamento sull'affaire. Ha "deliberatamente" mentito al Parlamento britannico in più occasioni nella vicenda del "partygate" (sulle feste al numero 10 di Downing Street durante il lockdown). Questa la conclusione del rapporto della commissione bipartisan di Westminster.
Ma già prima che il rapporto venisse reso pubblico, a Johnson erano state notificate le conclusioni.
Reazione piccata di Johnson
Johnson, 58 anni, ha risposto a brevissimo giro di posta e ha denunciato una evidente volontà di omicidio politico. In precedenza aveva parlato di caccia alle streghe attaccando anche il suo successore Rishi Sunak.
"La commission non ha trovato la minima evidenza" ha scritto Jonson in un lungo comunicato riaffermando, come già fatto a sua discolpa "di credere di non fare niente di male".
Ha denunciato "le menzogne e le conclusioni insane della commissione".
Il giorno più buio
"È un giorno buio per i deputati e la democrazia. Questa decisione vuol dire che nessun deputato è al riparo da una vendetta o da un'espulsione sulla base di accuse inventate da una minoranza".
La commissione doveva valutare se Boris Johnson avesse mentito al Parlamento affermando che tutte le restrizioni sanitarie durante il lockdown erano state rispettate a Downing Street. Per lo stesso affaire, Boris Johnson era stato multato da Scotland Yard ( questo fatto è stata la goccia che l'ha spinto alle dimissioni da premier l'anno scorso).
Dal momento che si è dimesso anche come deputato non rischia più niente, la commissione interparlamentare chiedeva la sospensione di Johnson per almeno 3 mesi.