A che punto è davvero il programma nucleare in Iran?

La centrale nucleare di Bushehr
La centrale nucleare di Bushehr Diritti d'autore -/AFP
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Di Ilaria CicinelliANSA Agenzie:  Afp
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Le scorte complessive di uranio arricchito sono diminuite, nel tentativo di distendere i rapporti con gli Stati Uniti e con l'Occidente. Tuttavia rimangono molte criticità e nodi da sciogliere, secondo il rapporto dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica

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L'Iran ha rallentato il ritmo di arricchimento dell'uranio secondo un rapporto dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea). Questo potrebbe essere un segno che Teheran sta cercando di distendere i rapporti con gli Stati Uniti dopo anni di tensione.
Le scorte complessive al 19 agosto ammontavano a 3.795,5 kg, in calo di 949 kg rispetto a maggio. Le riserve sarebbero diminuite perché l'uranio arricchito sarebbe stato in parte diluito.
Un totale che supera comunque di 18 volte il limite autorizzato dall'accordo internazionale del 2015, che pone dei limiti alla produzione atomica di Teheran in cambio della revoca delle sanzioni internazionali.

La decisione di diminuire le scorte potrebbe derivare dal fatto che, secondo l'agenzia Afp, nel suo rapporto riservato l'Aiea ha deplorato la mancanza di cooperazione da parte dell'Iran. Tutto questo potrebbe contribuire a inasprire la tensione tra l'Occidente e Teheran, al contrario di quanto auspicato dal Paese. 
L'Iran ha a lungo negato di essere alla ricerca di armi nucleari e continua a ribadire che il suo programma è interamente a scopo pacifico.

Il rapporto dell'Aiea descrive come il 21 gennaio gli ispettori hanno scoperto che due cascate di centrifughe IR-6 nell'impianto iraniano di Fordo erano state configurate in modo "sostanzialmente diverso" da quanto dichiarato in precedenza.

Nel tweet: L'AIEA ha recentemente pubblicato l'edizione 2023 del suo Country Nuclear Power Profiles, che fornisce informazioni sullo stato e sullo sviluppo dei programmi di energia nucleare nel mondo

L'Aiea ha prelevato dei campioni il giorno successivo, che hanno mostrato particelle con una purezza fino all'83,7%. Il rapporto, però, parlava solo di "particelle", suggerendo che l'Iran non sta costruendo una riserva di uranio arricchito al di sopra del 60%, il livello su cui si tiene stabile da tempo ma che tuttavia non sarebbe per un uso civile.
L'accordo nucleare iraniano del 2015 limitava le scorte di uranio di Teheran a 300 chilogrammi (661 libbre) e l'arricchimento al 3,67% - abbastanza per alimentare una centrale nucleare.

L'organismo di vigilanza sostiene che non sono stati compiuti progressi nei confronti della richiesta di spiegare l'origine e l'attuale posizione delle particelle di uranio artificiale, trovate in due luoghi che Teheran non ha dichiarato come potenziali siti nucleari.

L'uranio arricchito quasi all'84% - su un totali di 90%, il necessario per fabbricare armamenti nucleari - significa che qualsiasi scorta di questo materiale potrebbe essere rapidamente utilizzata per produrre una bomba atomica, se l'Iran lo decide.

Nel suo rapporto l'agenzia ha anche affermato che "aumenterà ulteriormente la frequenza e l'intensità delle attività di verifica dell'agenzia" a Fordo dopo la scoperta. Ulteriori problemi per il monitoraggio dipenderebbero anche dal fatto che, secondo l'Associated Press, dal febbraio 2021 gli ispettori non hanno accesso alle telecamere di sorveglianza degli impianti.

Il direttore generale dell'Osservatorio nucleare delle Nazioni Unite è arrivato venerdì 1 settembre a Teheran per incontri di alto livello su invito del governo iraniano.

Le trattative con Mosca

"Sono in corso trattative tra Teheran e Mosca per la costruzione della seconda e terza unità della centrale di Bushehr", ha dichiarato Behrouz Kamalvandi, portavoce dell'Organizzazione per l'Energia Atomica dell'Iran (Aeoi).
L'annuncio segue di poco la visita di due giorni del presidente iraniano ultraconservatore Ebrahim Raisi a Mosca, durante la quale ha dichiarato che Teheran "non ha limiti nell'espansione dei legami con la Russia".

La mossa è "in accordo con i piani della Repubblica islamica di produrre almeno 10.000 megawatt di elettricità utilizzando l'energia nucleare", ha dichiarato, citando il sito web del governo.

Mosca ha costruito l'impianto di Bushehr, dotato di un reattore da 1.000 mw, consegnandolo nel settembre 2013, dopo anni di ritardo. A fine dicembre, il vice capo dell'Aeoi, Mahmoud Jafari, ha dichiarato che c'è un ritardo di due anni nella costruzione delle nuove unità a causa di "problemi finanziari".

La dichiarazione coincide con i colloqui in corso a Vienna per cercare di rilanciare l'accordo nucleare del 2015 tra l'Iran e le potenze mondiali, compresa la Russia.
Gli Stati Uniti si sono ritirati unilateralmente dall'accordo e hanno iniziato a imporre sanzioni all'Iran nel 2018 sotto l'allora presidente Donald Trump, spingendo Teheran a iniziare a fare marcia indietro rispetto agli impegni assunti con l'accordo. L'accordo è stato sottoscritto anche da Francia, Gran Bretagna, Germania e Cina. 

I firmatari dell'accordo lo consideravano uno strumento efficace per impedire a Teheran di sviluppare una bomba nucleare.

L'Iran possiede notevoli riserve di petrolio e gas naturale ma spera di costruire 20 centrali nucleari  con l'obiettivo di emanciparsi dai combustibili fossili.

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