Scultura rubata da casa di Benigni, due condanne a Roma
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Di ANSA
Pubblicato il •Ultimo aggiornamento
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(ANSA) - ROMA, 11 MAG - Due condanne e oltre 15 sentenze di
intervenuta prescrizione. E' quanto stabilito dai giudici della
decima sezione collegiale di Roma nell'ambito del processo a
carico di una banda che operava furti di opere d'arte ai danni
di personaggi noti e in residenze nobiliari della Capitale. Tra
le vittime del gruppo anche Roberto Benigni e la moglie
Nicoletta Braschi a cui nel 2010 venne trafugata nella loro casa
sulla Appia Antica una scultura romana del II secolo. L'opera,
al termine di una indagine svolta dai carabinieri per la Tutela
del Patrimonio Culturale, venne individuata nel 2019 in Spagna e
riaffidata al premio Oscar in favore del quale i giudici oggi
hanno stabilito un risarcimento di 20 mila euro.
Il tribunale di piazzale Clodio ha disposto la confisca e la
restituzione di tutte le opere sottratte negli anni
dall'organizzazione. L'antiquario spagnolo Jaume Peix Bagot che
aveva acquistato la statua di proprietà di Benigni è stato
condannato a 4 anni e sei mesi di carcere. L'altra condanna, a 3
anni, riguarda un altro imputato per altra accusa.
Gli inquirenti hanno accertato una serie di colpi messi a
segno dalla banda: tre a Villa Torlonia ma anche a Palazzo
Giustiniani Odescalchi, all'Orto botanico e a Villa Medici.
"Vanno fatti i complimenti ai carabinieri per il lavoro svolto
in una indagine complessa che ha coinvolto anche le autorità
spagnole e tedesche - spiega l'avvocato Michele Gentiloni
Silveri, legale di Benigni e Braschi -. La sentenza di oggi
ribadisce che la scultura trafugata tornerà al suo legittimo
proprietario". (ANSA).
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