La riforma delle pensioni in Francia al capolinea. Scoppia la rabbia

Rabbia e fiamme in strade dopo la promozione della riforma pensionistica da parte del Consiglio costituzionale
Rabbia e fiamme in strade dopo la promozione della riforma pensionistica da parte del Consiglio costituzionale Diritti d'autore AFP
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Di Gianluca Martucci
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A Parigi più di cento arresti dopo la promulgazione del testo da parte del presidente Macron. I sindacati annunciano "un'ondata di proteste senza precedenti"

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Dopo la convalida della Corte costituzionale francese e la promulgazione del testo da parte del presidente Emmanuel Macron, la riforma che propone di ritardare l'età pensionabile da 62 a 64 anni giunge alle sue battute finali. Ma per l'opposizione la battaglia "non è finita".

I nuovi sviluppi hanno provocato una nuova ondata di collera nelle strade e nelle piazze. Altri incendi, vetrine rotte e scontri tra polizia e manifestanti hanno tempestato rue de Rivoli a Parigi. Nella città sono state arrestate più di cento persone. Violenze anche a Marsiglia, Lione e Nantes. A Rennes l'entrata di una stazione di polizia è stata data alle fiamme.  Il timore è che le proteste possano ulteriormente intensificarsi portando nelle strade una battaglia continua. 

La coalizione intersindacale che aveva chiesto "solennemente" a Macron di non promulgare il testo ha respinto ogni proposta di incontro avanzata dall'Eliseo e ha indetto una nuova grande manifestazione per il 1° maggio. La Segretaria generale della CGT, il principale sindacato francese, Sophie Binet, ha annunciato "un'ondata massiccia, senza precedenti ed eccezionalmente popolare".

Su Twitter la premier Elisabeth Borne ha affermato che la conformità costituzionale del testo "arrivato alla fine del processo democratico" non può essere interpretato come l'esito di una battaglia tra vincitori e vinti.

Per la leader Rassemblement National, Marine Le Pen, "Il destino politico della riforma delle pensioni non è segnato" e la sua entrata in vigore "segnerà la rottura definitiva tra il popolo francese ed Emmanuel Macron". Il capo delll'estrema sinistra Jean-Luc Mélenchon ha parlato di un "primo maggio decisivo".

Dopo il primo semaforo rosso alla proposta di un referendum popolare sul testo ora l'opposizione spera che il Consiglio costituzionale il 3 maggio si esprima positivamente su una seconda istanza depositata. Sarebbe l'unico modo per evitare che la riforma entri in vigore entro l'anno.

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