Bucha a un anno dall'orrore: il tormento, il futuro e la memoria

Le strade di Bucha
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Di Debora Gandini
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Il ritiro delle forze di Mosca aveva lasciato dietro di sé fossi comuni e centinaia di cadaveri Quasi tutti civili, molti dei quali abbandonati per le strade

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Le immagini della città ucraina di Bucha, con i suoi cadaveri e le sue fosse comuni, hanno fatto il giro del mondo, provocando sdegno e rabbia. E’ passato un anno dall’entrata delle truppe ucraine a Bucha, rimasta sotto controllo russo per 33 giorni, come ricorda lo stesso presidente Volodymyr Zelensky nel suo messaggio di ricordo. “Un simbolo delle atrocità dell'esercito del Paese occupante. Non perdoneremo mai. Puniremo ogni colpevole", ha ricordato Zelensky su Telegram. 

Un messaggio ribadito nel pomeriggio di venerdì a Bucha durante la cerimonia di celebrazione del primo anniversario della liberazione della città. "Non lasceremo che venga dimenticato, - ha detto Zelensky - nelle strade di Bucha, il mondo ha visto il male russo".

Durante la cerimonia, Zelenskyy ha consegnato medaglie a soldati, poliziotti, medici, insegnanti e servizi di emergenza, nonché alle famiglie di due soldati uccisi durante la difesa della regione di Kiev. "Popolo ucraino, avete fermato la più grande e disumana forza dei nostri tempi", ha detto, aggiungendo: "Avete fermato una forza che non ha rispetto e vuole distruggere tutto ciò che dà significato alla vita umana".

Zelensky è stato raggiunto alla cerimonia dal presidente della Repubblica di Moldova e dai primi ministri di Croazia, Slovacchia e Slovenia. Li ha ringraziati per aver partecipato alla cerimonia e per il loro sostegno "fin dai primi giorni della guerra su larga scala".

Il presidente moldavo Maia Sandu ha dichiarato che "gli Stati democratici devono lavorare insieme per garantire che queste atrocità siano indagate e punite".

L'orrore di Bucha

Il ritiro delle forze di Mosca aveva lasciato dietro di sé fosse comuni e centinaia di cadaveri. Quasi tutti civili, molti dei quali abbandonati per le strade. Oggi a Bucha si cerca di respirare un po’ di normalità ma nessuno è riuscito a dimenticare quelle settimane di orrore. "Sono stati giorni terribili, dice una donna. Solo quando ci è stato dato un "corridoio umanitario" siamo riusciti a scappare. È stato terribile, ovunque cerano militari russo. Molti di noi sono sopravvissuti altri invece no.”

È difficile dimenticare quello che è successo per le strade di Bucha. Molte vittime furono sepolte in una fossa comune accanto alla chiesa. L’arciprete Andriy Golovin, ricorda che “non si deve vivere nel passato, ma nel futuro. Per vivere nel futuro, è necessario non solo vincere, ma sconfiggere gli occupanti. E’ importante condannare il male.”

I morti furono più di 1.400, 175 le persone nelle fosse comuni e nelle camere di tortura. Novemila i crimini di guerra commessi dall'esercito russo. In meno di 365 giorni l’80% degli edifici distrutti è stato già ricostruito con le tecniche di ultima generazione anche sul fronte del risparmio energetico. Gli alberi in fiore hanno il profumo della primavera. C’è chi lavora nei cantieri per ridare dignità a una città martoriata dalla guerra. Dopo un anno dall’orrore, Bucha punta sulla ricostruzione e sulla vita.

Le indagini sui crimini

Bare allineate, contrassegnate da numeri perché molte delle vittime trovate nelle fosse comuni non hanno nome. È la realtà che Bucha, la città alle porte di Kiev, ha affrontato. Da quando la Russia ha invaso l'Ucraina, oltre 29.000 crimini di guerra sono stati registrati dalle forze dell'ordine ucraine.

Il Tribunale penale internazionale sta indagando con l'aiuto di diverse Ong. A Bucha spetta a padre Andriy ridare dignità a quei corpi: "419 persone sono state uccise dai bombardamenti, sono morte a causa della violenza e non di vecchiaia - dice - C'erano diverse fosse comuni. La più grande si trovava accanto alla chiesa. In questa sono state trovate 116 persone, tra cui 30 donne e due bambini. Ma non c'era una sola fossa comune". Bucha è solo una delle città del Paese in cui sono state trovate fosse comuni. I militari russi si sono ritirati dall'area a fine marzo e sono stati accusati di crimini di guerra.

Dopo il massacro di Bucha si moltiplicano le istanze per nuove sanzioni contro la Russia, sono ore tese di febbrile ricostruzione dell'accaduto e accuse reciproche tra Mosca e Kiev. Ad ogni modo qui c'è una fossa comune vicino a una chiesa e ci sono genitori che piangono i figli: "Non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico: una madre partorisce, lotta, e poi questo... Questa ferita non si rimarginerà mai", dice Liuba, residente di Bucha.

Le immagini di cadaveri con le mani legate dietro la schiena hanno fatto il giro del mondo. Una vera e propria stanza delle torture, adibita nel seminterrato di un sanatorio locale per i bambini.

La Russia ha sempre negato che i suoi soldati siano responsabili di questa atrocità: il ministero degli Esteri ha al contrario fatto sapere che chiederà una riunione d'urgenza al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per rispondere alle provocazioni ucraine.

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