La Turchia ha dato l'ok alla Finlandia per entrare nella Nato

Il Parlamento turco ha ratificato il protocollo di adesione della Finlandia alla Nato
Il Parlamento turco ha ratificato il protocollo di adesione della Finlandia alla Nato Diritti d'autore Turkey's parliament opens session to vote on Finland's NATO bid
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Di Gianluca Martucci
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Il Parlamento vota all'unanimità, ora Helsinki dovrà solo superare alcuni passaggi tecnici, superati i quali diventerà il 31° Paese dell'alleanza atlantica

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Anche la Turchia ora ha ratificato il protocollo di adesione della Finlandia alla Nato. Un voto espresso all'unanimità, essenziale per far sì che a separare Helsinki dalla sua piena integrazione all'alleanza atlantica siano solo alcuni passaggi tecnici.  La Turchia era l'unico Paese della Nato a non aver ratificato ancora l'adesione. Lunedì 27 marzo anche il parlamento ungherese aveva dato il suo via libera.

Ora Ankara e Budapest invieranno le lettere di accettazione agli Stati Uniti, il Paese depositario della Nato in base al trattato di fondazione dell'alleanza del 1949. Le lettere saranno conservate negli archivi del Dipartimento di Stato americano, che notificherà al Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg l'adempimento delle condizioni per invitare la Finlandia a diventare membro. 

A quel punto dal quartiere generale della Nato di Bruxelles sarà inviata una lettera firmata dal Segretario generale per invitare la Finlandia ad aderire formalmente all'alleanza militare. Helsinki poi invierà al Dipartimento di Stato americano il proprio documento di accettazione, firmato dal Ministro degli Esteri Pekka Haavisto, autorizzato dal Presidente finlandese Sauli Niinistö a sottoscriverlo. Sarà l'ambasciata finlandese a Washington o un funzionario del governo finlandese a consegnare il documento.

La svolta rivoluziona è storica per un Paese che condivide oltre 1.300 chilometri di confine con la Russia, sempre più considerata una minaccia a quelle latitudini soprattutto alla luce dell'invasione dell'Ucraina. Per il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg "questa mossa renderà la famiglia dell'alleanza atlantica più forte e sicura".

L'esito non poteva essere dato per scontato, visto che il processo di adesione alla Nato di Helsinki era stato avviato a marzo 2022 con una candidatura presentata insieme alla Svezia, che aspetta ancora la luce verde da parte di Budapest e Ankara. La prima ha fatto rientrare il suo veto nella più ampia battaglia con Bruxelles sul rispetto dello stato di diritto. Secondo il governo magiaro i politici svedesi sono responsabili di aver rilasciato dichiarazioni derisorie sulle condizioni della democrazia ungherese e hanno svolto un ruolo attivo nel garantire il congelamento di miliardi di fondi dell'Unione Europea per le presunte violazioni dello stato di diritto e della democrazia.

In Turchia il dibattito politico è molto animato dopo che un attivista danese di estrema destra ha bruciato una copia del Corano davanti all'ambasciata turca a Stoccolma. Viste le elezioni del 14 maggio in Turchia è improbabile che la ratifica dell'adesione della Svezia alla Nato faccia ulteriori passi significativi. L'incidente del rogo del Corano offre a Erdogan la possibilità di consolidare la sua base conservatrice. 

Il disappunto dei curdi per l'adesione

Dopo la candidatura il governo turco aveva chiesto a Svezia e Finlandia di firmare un memorandum che impegnava i due Paesi a occuparsi delle richieste turche di estradizione degli attivisti curdi condannati dai tribunali turchi per presunti atti di terrorismo che hanno trovato asilo politico nei due Paesi.

Per Hisyar Ozsoy, legislatore del partito filo-curdo, Erdogan ha trasformato il suo veto nei confronti della Finalndia in un ricatto, e tuttora lo sta facendo con la sospensione della ratifica dell'adesione della Svezia. "Il processo di contrattazione (per sollecitare) l'estradizione di scrittori, politici e giornalisti curdi dissidenti, sia sbagliato e illegale", ha affermato.

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