Per la prima volta nella storia, donne in tutti i parlamenti del mondo

Per la prima volta nella storia, ci sono donne in tutti i parlamenti del mondo
Per la prima volta nella storia, ci sono donne in tutti i parlamenti del mondo Diritti d'autore AP Photo/Jean-Francois Badias
Diritti d'autore AP Photo/Jean-Francois Badias
Di Giulia Carbonaro, Tuba Altunkaya, Sudesh Baniya
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Ruanda è il primo paese per rappresentanza femminile: oltre il 60% dei seggi occupato da donne

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Per la prima volta nella storia, le donne sono rappresentate in tutti i parlamenti del mondo, secondo l'Unione interparlamentare (IPU). L'ultimo rapporto dell'organizzazione con sede a Ginevra, basato sui dati di 47 paesi che hanno tenuto le elezioni lo scorso anno, mostra che, rispetto al 2020, il mondo ha ridotto il predominio maschile negli organi rappresentativi.

Complessivamente, nelle 47 nazioni che hanno tenuto le elezioni lo scorso anno, le donne hanno occupato in media il 25,8% dei seggi disponibili, il 2,3% in più rispetto all'ultima tornata elettorale in quei paesi.

Come è stato raggiunto questo risultato?

Secondo l'Ipu, per la crescita della rappresentanza femminile in parlamento sono state decisive le disposizioni legislative in materia di parità di genere (quote), più altri fattori, tra cui la crescita dell'influenza delle questioni di genere, la maggiore consapevolezza della discriminazione e della violenza di genere, e la maggiore attenzione alle politiche sensibili al genere. 

Europa maglia nera

Se diversi paesi del mondo hanno fatto progressi significativi nella rappresentanza femminile – tra cui l'Australia, che ha registrato un record del 56,6% di seggi conquistati da donne al Senato – lo stesso non si può dire dell'Europa, dove la crescita è in fase di stallo.

Nei 15 paesi europei che lo scorso anno hanno tenuto le elezioni parlamentari, non c'è stato un grande cambiamento nella rappresentanza femminile, rimasta ferma al 31%.

I dati dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere mostrano che da metà del 2017 la rappresentanza parlamentare delle donne è rimasta ferma tra il 30 e il 33%.

Secondo l'agenzia, creata per aiutare gli Stati membri dell'Ue a promuovere l'uguaglianza di genere, la rappresentanza parlamentare delle donne nei 27 Stati membri del blocco alla fine del 2022 era in media del 32,6%, meno del 33% registrato all'inizio del anno.

La parità di genere rimane un obiettivo lontano

Sebbene la crescita della rappresentanza parlamentare delle donne sia un fenomeno mondiale, solo pochi paesi si avvicinano al prossimo obiettivo: la parità di genere. Al primo gennaio 2023, solo sei Stati al mondo hanno lo stesso numero di parlamentari donne e uomini. Si tratta di Nuova Zelanda – entrata a far parte della lista lo scorso anno e dove le donne detengono 60 seggi su 120 – Cuba (313 seggi su 586), Messico (250 seggi su 500), Nicaragua (47 seggi su 91), Ruanda (49 seggi su 80) e gli Emirati Arabi Uniti (20 posti su 40).

Ruanda in cima alla classifica

In Ruanda – primo paese al mondo per rappresentanza femminile – le donne occupano oltre il 60% dei seggi parlamentari della camera bassa, ma solo il 34,6% della camera alta.

A livello globale, il Ruanda rappresenta un'eccezione: è stato il genocidio del 1994 contro i Tutsi a spianare drammaticamente la strada alla parità di genere nel paese. Dopo il genocidio, tanti uomini sono stati uccisi o sono fuggiti e le donne hanno preso l'iniziativa per ricostruire la nazione devastata.

Al ritmo attuale, potrebbero volerci 80 anni prima che il resto del mondo si metta al passo, secondo il segretario generale dell'Ipu Martin Chungong.

LEGGI ANCHE: Allarme dell'Onu, per la parità di genere servono 300 anni

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