La pesca delle perle in Qatar: dal fondo del mare alle vetrine delle gioiellerie più celebri

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Le perle naturali sono state il primo grande bene di esportazione del Paese. E nonostante la concorrenza degli allevamenti di ostriche, i subacquei vanno ancora alla ricerca di questi tesori in fondo al mare

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Non è necessario immergersi in profondità nella storia del Qatar per sapere che le sue acque sono sempre state ricche di tesori. Oggi sono petrolio e gas, ma per secoli la ricchezza è venuta dalle pesca delle perle. "È cominciato tutto più di 2.000 anni fa - racconta Mohammed, uno dei pochi sub che ancora praticano la pesca delle perle -. Chiunque vivesse in questa terra si immergeva per pescare le perle. Qualche mese fa hanno trovato una perla che ha più di 2.000 anni. Anche mio nonno era un pescatore di perle. Quando ho detto a mio padre che avrei voluto fare il pescatore come secondo lavoro lui mi ha detto: 'Sei un subacqueo, perché non peschi qualche ostrica per cercare le perle?'".

Quali sono gli indizi che spingono i sub a raccogliere un'ostrica piuttosto che un'altra? "Prima di tutto bisogna capire se l'ostrica è vecchia o giovane - dice Mohammed -. Per capirlo bisogna guardare la dimensione e lo spessore dell'ostrica. Poi bisogna esaminare uno spazio sul retro dell'ostrica. Più è grande questo spazio, più vecchia è l'ostrica".

@86diver / Euronews / Screen capture
La pesca delle perle è una delle attività più antiche del Qatar@86diver / Euronews / Screen capture

Molti sub usano le bombole per rimanere sott'acqua più a lungo, ma Mohammed si immerge ancora in apnea. Riesce a trattenere il respiro per lunghi periodi mentre setaccia i fondali marini, proprio come i suoi antenati. È una delle professioni più antiche nella regione del Golfo: un tempo gli uomini legavano dei pesi a una gamba e usavano un fermaglio per il naso durante le loro immersioni.

Le perle più piccole sono più comuni, mentre c'è una possibilità su 10mila di trovare un'ostrica con una perla più grande all'interno. Questo fa capire perché siano così costose, e per molti, così desiderabili. Per Mohammed non si tratta solo di guadagnarsi da vivere. La pesca delle perle è una vocazione, un legame con il suo passato, una maniera di mantenere in vita le vecchie tradizioni. "Fa parte di noi, è la nostra cultura - dice Mohammed -. Lo faceva nostro nonno per vivere. Oggi possiamo guadagnarci anche noi. Ci sono molte ragioni che mi spingono a farlo. Sono un sub, è la mia passione".

Una storia lunga duemila anni

L'industria delle perle era l'ancora di salvezza del Qatar prima della scoperta di petrolio e gas. Ma oltre a essere fondamentali per il sostentamento della comunità locale, le perle fanno parte della cultura e del patrimonio del Qatar. Per saperne di più abbiamo incontrato Jassim Al Kuwari, guida del Museo Nazionale del Qatar.

"Le prime perle esportate venivano dal Golfo - dice Al Kuwari -. Gli abitanti del Golfo hanno scoperto per primi le perle, le hanno esportate per primi e anche in seguito, quando hanno scoperto che c'erano perle in altri luoghi, le hanno commercializzate. Le perle del Golfo, in particolare le perle di Bassora, erano considerate il tipo di perle più costoso perché hanno una struttura unica, con una leggera frattura. Hanno anche una forma unica, le più arrotondate sono le più costose. È così da circa duemila anni".

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Oltre che per i gioielli, le perle naturali vengono usate per decorare mobili e tappetiEuronews / Screen capture

C'è stata un'enorme richiesta di perle naturali del Qatar, ma dove sono finite? "Sono finite in tutto il mondo. Dall'Europa occidentale fino alla Cina e all'Asia orientale - dice dice Al Kuwari -. Uno degli oggetti che abbiamo qui nella galleria, in particolare nella galleria numero sette, che si trova al centro del museo, è il tappeto di Baroda, realizzato in India dal Maharajah indiano di Baroda".

Le perle non venivano usate solo per creare gioielli.  "Venivano utilizzate molto per decorare i mobili - dice dice Al Kuwari -. Anche la madreperla, che è il rivestimento all'interno dell'ostrica, veniva utilizzata in molte culture e in tutto il mondo. Il tappeto di Baroda fu un dono del maharajah indiano di Baroda ai musulmani per coprire la tomba del profeta Maometto. Fece fare un intero tappeto con perle e altre gemme preziose".

Cosa ha causato il progressivo declino dell'industria delle perle naturali? "Fino agli anni '30, la principale esportazione del Qatar erano le perle - dice Al Kuwari -. In quel periodo, però, un giapponese di nome Mikimoto Kokichi sviluppò l'industria delle perle coltivate. Questo fece crollare l'industria delle perle naturali del Golfo, perché raccogliendo 8.000 ostriche dalle acque si ottenevano al massimo 5-15 perle e non tutte hanno un bell'aspetto, variano per forma, dimensione e colore. Con la coltivazione invece si possono piantare 8.000 ostriche e ottenere la forma, il colore e la dimensione desiderate. Questo ha fatto crollare il prezzo delle perle naturali. In seguito, l'industria del Golfo è lentamente scomparsa nel corso degli anni '20 e '30".

Il Qatar e le sue bellezze naturali: un'ispirazione per i creatori di gioielli

Nonostante il loro costo, le perle naturali sono ancora molto richieste. Per la designer Nada bint Khamis Al-Sulaiti, direttore creativo di Hairaat, alcuni clienti le considerano insostituibili. 

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Nada bint Khamis Al-Sulaiti, direttore creativo del marchio di gioielli HairaatEuronews / Screen capture

"C'è un mercato solo per le perle naturali. Ci sono persone che comprano solo perle naturali e non vogliono perle coltivate - dice Al-Sulaiti -. Molti clienti in questa regione comprano solo perle naturali. Rappresentano solo il 5% del mercato. Tuttavia, le perle naturali sono e saranno sempre di moda. Per quanto ci riguarda, le utilizziamo soprattutto nell'alta gioielleria e nei pezzi su misura".

Le collezioni del marchio Hairaat sono fortemente radicate nel territorio del Qatar. Il marchio è riconosciuto a livello internazionale, ma sono le bellezze naturali del Paese a ispirarle. "Da giovane andavo con i miei genitori in giro per il Paese a vedere il deserto, il mare, le rovine, vecchie case e altro ancora - dice dice Al-Sulaiti -. Ho sempre visto la bellezza. Da allora mi sono sempre chiesta come usarla in modo creativo. E poi ho notato che il mio linguaggio è la gioielleria: ho trovato un mezzo per tradurre la bellezza che vedo intorno a me e tutti i dettagli che abbiamo qui in un'arte da indossare e in pezzi di uso quotidiano".

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