Saltivka, alle porte di Kharkiv, emblema della distruzione

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Prima della guerra, in questa zona vivevano circa 40000 persone, adesso non arrivano a 3000

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Ecco cosa sono diventati gli edifici residenziali, nel sobborgo settentrionale di Saltivka, a Kharkiv.

È il punto di ingresso alla città, a soli 20 chilometri dal confine con la Russia.

Questo edificio è una dura testimonianza dell'entità della distruzione vissuta qui.

Prima della guerra, in questa zona vivevano circa 40000 persone, adesso non arrivano a 3000.

Olga e sua sorella hanno trascorso tutta la loro vita a Saltivka, sin quando le loro case non sono state bombardate l'anno scorso.

Ora vivono a Kharkiv, ma spesso vengono a trovare i loro parenti.

Ogni viaggio riporta ricordi dolorosi: il marito di Olga è stato ucciso mentre faceva rifornimento ad una stazione di servizio.

"La vita era bella qui - dice Olga - ad essere sincera, non posso guardarmi in giro senza piangere.

Non ho parole, hanno distrutto tutto: ci hanno lasciato senza i nostri cari, senza i nostri genitori, senza mariti, senza figli, senza la nostra vita precedente, senza lavoro, senza niente".

Sfollate da una città all'altra, Olga e sua sorella sono determinate a tornare a Saltivka il prima possibile.

Quel giorno erano venuti a trovare il nonno, rimasto dopo i bombardamenti.

"Perdonatemi, è tutto sottosopra qui - aggiunge - entrate nella stanza: quando è stato colpito il lato dell'edificio, le tubature dell'acqua nel seminterrato sono andate in frantumi.

Venite a dare un'occhiata: qui tutto sta ammuffendo, la carta da parati si sta staccando".

Vadim Belikov/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
AP PhotoVadim Belikov/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.

Il nonno non è qui, Olga ci conduce dai suoi vicini.

"Non abbiamo luce - dice Svetlana - siamo stati travolti, entrate, guardate come viviamo: con le crepe, con la muffa, viviamo come vagabondi".

Svetlana è tornata dalla Polonia con sua madre per controllare la casa e raccogliere le loro cose.

"Ci trasferiremo - afferma quest'ultima - le condizioni sono impossibili, ci saranno ancor più combattimenti qui, andremo da qualche parte in un altro villaggio".

La ricostruzione è in corso, ma il compito è enorme e il futuro incerto.

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La quotidianità è una sfida per chi ha deciso di restare: questa scuola è stata trasformata in un centro umanitario.

"I negozi sono chiusi in questo quartiere - dice OLGA ANATOLIIVNA, direttrice del polo aiuti umanitari di Saltivka - per chi è tornato, andare a piedi in un quartiere vicino per comprare qualcosa o andare in un negozio è troppo lontano, ecco perché portiamo gli aiuti qui".

Queste donne lavoravano alla mensa scolastica, ora consegnano pasti caldi a centinaia di persone ogni giorno.

"Siamo partiti per circa sei mesi e poi siamo tornati - dice Veronika, volontaria - viviamo a casa.

Quando eravamo via, ho capito che alla prima occasione dovevo tornare qui e fare la cosa giusta, alleggerire il fardello per le persone: per questo siamo tornati, lavoriamo e aiutiamo.

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"Vogliamo la pace, non vogliamo nient'altro, e che tutti siano vivi e conducano la loro esistenza come prima, questa è l'unica cosa che vogliamo".

Sia gli operatori umanitari che i beneficiari qui sono irremovibili: rimarranno a Saltivka sino alla vittoria finale.

"Mio figlio è in prima linea - dice Zoya, residente - ed io lavoro come insegnante, impartisco lezioni online e rimarrò proprio qui nella mia Kharkiv e nella mia Ucraina"

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