Niente neve sull'Appennino, 50 milioni di euro di danni per il settore

Sugli Appennini la neve è come Godot. La si aspetta, la si aspetta, ma non arriva mai. E quest'interminabile attesa si è trasformata in una crisi non da poco per il settore turistico delle regioni coinvolte.
Sarebbero almeno 50 i milioni di euro di danni diretti delle attività di montagna, dovuti alla mancanza di neve. È quanto emerso dalla riunione organizzata tra le regioni, le categorie di settore e la ministra del Turismo, Daniela Santanché. Una cifra che, secondo il presidente della Toscana Eugenio Giani, potrebbe addirittura triplicare, se vengono considerati anche i cosiddetti danni indiretti.
La ministra ha assicurato che l'esecutivo risponderà all'emergenza entro due o tre settimane e che, al momento, si sta concentrando in particolare su quattro misure: attingere al fondo del Ministero del Turismo per gli impianti di risalita, girando queste risorse alle località danneggiate; liberare i fondi Covid posseduti da alcune Regioni; collaborare strettamente con il Ministero del Lavoro sul problema degli ammortizzatori sociali; e infine lavorare su una misura del governo Monti, per la quale il 50% della riscossione dei comuni doveva essere stornato per le zone disagiate, mentre in questo momento potrebbe rimanere sul territorio.
Il presidente di Assoturismo Confesercenti, Vittorio Messina, ha dettagliato le cifre: "È urgente intervenire per sostenere il turismo in Appennino, che solo nel periodo invernale vale circa 2 miliardi di euro e impiega 65mila persone in oltre 14mila strutture ricettive e pubblici esercizi. È un settore che coinvolge nove regioni e 160 comuni, che garantiscono accoglienza per quasi 6 milioni di presenze invernali sugli appennini».
Intanto le previsioni, che però restano appunto tali e sono tutto fuorché sicure al 100%, danno neve a partire da questa domenica sugli Appennini. La "danza della neve" è iniziata.