Ucraina: vita quotidiana a Bakhmut, tra paura e speranza

Un tempo era nota per i suoi vigneti e le sue miniere di sale, ma tutto è stato raso al suolo dai continui bombardamenti russi. La vita in prima linea a Bakhmut - 70.000 abitanti fino al 24 febbraio - è una lotta quotidiana.
Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è recato proprio a Bakhmut, martedi, per incontrare e incoraggiare le truppe: qui, ucraini e russi hanno già pagato un pesante tributo alla guerra.
Lontano dalle telecamere, la gente del posto vive come può. In diverse zone della città sono stati allestiti punti di assistenza umanitaria dove i residenti possono riscaldarsi, bere una tazza di tè, ricaricare i telefoni e scambiarsi due parole.
Racconta Denis, 37 anni, ex ferroviere:
"Che possiamo fare? Resistiamo e sopravviviamo. Qui sparano da tutte le parti! Non c'è gas, non c'è acqua. Stiamo ricevendo qualche aiuto umanitario, per fortuna. Non c'è un lavoro stabile, io ho solo qualche lavoretto quotidiano, come riparare le finestre rotte. Ma stiamo resistendo, non vogliamo lasciare la nostra città, perché questa è la nostra terra".
Bakhmut è da mesi al centro della campagna offensiva russa e Mosca ha investito ingenti risorse per conquistarla, ritenendo che la sua conquista possa aprire la strada verso Sloviansk e Kramatorsk, le città più importanti della regione del Donbass ancora sotto il controllo ucraino.