Price cap ed embargo all'importazione di greggio russo via mare. Al momento soprattutto simbolico il valore delle misure UE in vigore da oggi: il tetto ai prezzi supera quelli di mercato e l'OPEC mantiene invariati i livelli di produzione
In vigore da oggi, ma già tra forti perplessità circa la loro reale efficacia, l'embargo all'importazione di greggio russo via mare e il price cap a 60 dollari al barile, un tetto al momento superiore al valore con cui viene commercializzato il petrolio di Mosca.
Alle misure, stabilite dal Consiglio Europeo nel quadro del sesto pacchetto di sanzioni alla Russia dall'invasione dell'Ucraina, Mosca ha replicato sostenendo che continuerà a vendere solo ai paesi che rispetteranno le condizioni di mercato. L'Opec, di cui è membro, ha ieri optato per una posizione attendista, mantenendo invariati i livelli di produzione stabiliti ad ottobre.
Con la UE che dall'inizio del conflitto ha ridotto le importazioni dalla Russia al di sotto del 30% e quest'ultima che ha incrementato le vendite sui mercati di Cina, India e Turchia, l'impatto delle misure adottate resta però limitato. Il price cap si farà in particolare sentire nel solo caso in cui i prezzi del petrolio dovessero improvvisamente salire. Prossima tappa prevista dalla tabella di marcia approvata a giugno: l'entrata in vigore, a partire dal 5 febbraio, anche del divieto all'importazione di prodotti petroliferi raffinati russi.