I leader del G7 annunciano un tetto al prezzo del petrolio russo

Riunione del G7
Riunione del G7 Diritti d'autore Stefan Rousseau/AP
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Limitare le entrate alla Russia e frenare l'inflazione: sono le motivazioni alla base del possibile tetto al prezzo del petrolio russo

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Dal 5 dicembre prossimo il prezzo del petrolio russo potrebbe avere un tetto oltre il quale Mosca non potrà più venderlo.
Lo ha annunciato il G7 (Stati Uniti, Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Canada, Giappone) durante una riunione dei ministri delle Finanze in Germania.

La decisione di mettere un tetto al prezzo del petrolio russo mira a intaccare le risorse del Cremlino per sovvenzionare la guerra in Ucraina.

Il ministro delle finanze tedesco, Christian Lindner, spiega che, ad esempio, perlimitare le entrate della Russia derivanti dalle vendite ai Paesi terzi, l'Unione europea non garantirà l'assicurazione navale per chi trasporta petrolio o prodotti petroliferi russi a prezzi più elevati. 

È dunque il bastone senza la carota quello che il G7 intende utilizzare per dare vita a un'ampia coalizione, che imponga il limite in maniera efficace.

Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, ha accolto con favore la decisione del G7, osservando che non solo toglierà a Putin le entrate per finanziare la guerra, ma contribuirà a mantenere il petrolio russo a prezzi più bassi.

Il picco dei prezzi dell'energia ha infatti accresciuto enormemente l'inflazione che sta soffocando i consumatori.

L'intenzione è quella di attuare il tetto in linea con la tempistica delle sanzioni Ue sul petrolio russo che partono il 5 dicembre.

"Il price cap sarà fissato a un livello basato su una serie di dati tecnici e sarà deciso dall'intera coalizione prima della sua attuazione", hanno scritto  nella dichiarazione finale i leader del G7, che hanno aggiunto: "I prezzi futuri saranno comunicati pubblicamente in modo chiaro e i trasparente".

Mosca ha definito assurda la decisione del G7, aggiungendo che destabilizzerà notevolmente i mercati petroliferi.

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