Europa e G7 intensificano la guerra energetica con la Russia

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L'Europa può far pressione sul mercato internazionale, ma non tutti pensano che questo funzionerà

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L'Europa e il G7 stanno intensificando la guerra energetica con la Russia, colpendo nel punto debole, rappresentato dalle entrate petrolifere di Mosca.

In vigore sanzioni più dure contro quest'ultima, col divieto dell'Unione europea di importare greggio russo trasportato via mare.

Contestualmente è stato fissato un tetto del prezzo a 60 dollari al barile, teoricamente rilevante anche se l'Europa non compra più.

Questo perché le compagnie marittime e assicurative europee non saranno in grado di trasportare e assicurare il petrolio russo, se venduto al di sopra di questo prezzo.

"Sul prezzo che è stato fissato - dice Frans Timmermans, vice presidente della Commissione europea - ci sono in ballo un paio di cose.

Vogliamo ridurre le entrate che Putin ottiene dal suo petrolio, perché con esso finanzia la sua barbara guerra e tutte le atrocità che i russi stanno commettendo in Ucraina e allo stesso tempo, in stretto dialogo con i nostri partner transatlantici, siamo d'accordo sul fatto che non dovremmo perturbare i mercati petroliferi internazionali. neanche questo ci aiuterebbe".

Le esportazioni di petrolio della Russia contano enormemente a livello mondiale, in quanto si parla del secondo esportatore mondiale di greggio dopo l'Arabia Saudita.

Nel 2021, circa la metà di queste esportazioni è giunta in Europa, che è anche il più grande fornitore di servizi relativi alle spedizioni: per questo è così importante impedire alle petroliere europee di lavorare con Paesi come la Cina o l'India, se non accettano il prezzo massimo imposto.

Una buona leva per l'Unione europea per fare pressione sul mercato internazionale, ma non tutti sono convinti che funzionerà.

Hiro Komae/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
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"Eravamo piuttosto scettici - spiega Alan Gelder, Commodities Research presso Wood McKenzie - sul fatto che avrebbe comportato una riduzione sostanziale dei flussi di petrolio russo.

Non pensiamo che la Cina e l'India parteciperanno a questo limite di prezzo e quindi i flussi verso di loro continueranno, in gran parte: molte Nazioni dell'Unione europea vi si atterranno, ma in realtà a loro è vietato lavorare il greggio russo a partire da oggi.

Quindi non pensiamo che gli effetti saranno così dirompenti, solo il tempo lo dirà".

Intanto, il Cremlino ha dichiarato che cercherà di "vietare" le vendite di petrolio al di sotto del prezzo massimo, anche se ciò dovesse comportare un taglio della produzione.

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