Come andarono veramente i fatti quella sera del 4 maggio 1998? Secondo l'indagine della Magistratura vaticana, la Guardia Svizzera Cédric Tornay uccise il suo comandante Alois Estermann e la moglie. Ma andò davvero così? Un libro, scritto dall'avvocato della madre di Tornay, pone molti dubbi...
Un nuovo episodio nel giallo del Vaticano del 4 maggio 1998.
Quella sera, la Guardia Svizzera Cédric Tornay, sottoufficiale di 23 anni, uccise il suo comandante, il colonnello svizzero Alois Estermann (44 anni) e la moglie venezuelana Gladys Meza Romero, sparando loro nell'appartamento in cui vivevano, con la sua pistola di servizio, poi rivolgendola contro se stesso.
Questa, almeno, la versione ufficiale dei fatti.
Andò veramente cosi?
A distanza di quasi 25 anni, la madre di Cédric Tornay, Muguette Baudat, è convinta dell'innocenza del figlio. La tesi è espressa anche nel libro "Sangue in Vaticano", scritto dall'avvocato Laura Sgrò, la legale della madre di Cédric Tornay.
Come andarono realmente i fatti?
Poche ore dopo gli omicidi, il portavoce del Vaticano dichiarò che un accumulo di risentimento per un rimprovero di Estermann e il rifiuto di una decorazione, combinato con una psicologia "particolare", portarono agli atti sanguinosi di Cédric Tornay.
Nove mesi dopo, nel febbraio 1999, il Vaticano pubblicò un riassunto di dieci pagine della sua indagine interna, che confermò la valutazione iniziale: Tornay fu l'unico responsabile dell'omicidio-suicidio. Aggiungendo che il suo uso di marijuana e una cisti cerebrale, "delle dimensioni di un uovo di piccione", avrebbero potuto compromettere la sua lucidità e l'uso della ragione.
Ora, dopo quasi un quarto di secolo, la madre di Cédric Tornay, per ottenere giustizia, si rivolge alle Nazioni Unite e a Papa Francesco.
Laura Sgrò, avvocato e autrice del libro “Sangue in Vaticano”, spiega:
"'È vergognoso che 24 anni fa sia stato archiviato un fascicolo, perché era già stato trovato un colpevole. Poiché secondo la Magistratura Vaticana, 24 anni fa, un colpevole c'era già! E alla madre non è mai stata data la possibilità di visionare questo fascicolo. Dopo un anno e mezzo di mie insistenze, anche in seguito dell'intervento della Segreteria di Stato, ho potuto visionare il fascicolo: e me lo hanno fatto esaminare con due Gendarmi vaticani alle mie spalle...".
Muguette Baudat, la madre di Cédric Tornay, ha passato vent'anni di battaglie personali e legali per ottenere maggiori informazioni e ha assunto l'avvocato Laura Sgrò nel 2019, chiedendo la riapertura delle indagini vaticane.
Muguette Baudat era presente, martedì scorso a Roma, mentre il suo avvocato, esperta di processi penali vaticani, ha spiegato tutti gli sforzi fatti per ottenere informazioni dal Vaticano e accedere al fascicolo del Tribunale sugli omicidi del 4 maggio 1998.
Tutto, ora, è raccontato nel libro di Laura Sgrò, dal titolo molto eloquente: “Sangue in Vaticano”.
"Ho inviato il libro al Santo Padre e il Santo Padre mi ha risposto, ma non posso dirvi il contenuto: mi ha inviato una lettera personale", spiega Laura Sgrò.
"È stato un grande gesto di riconoscenza, anche a nome della famiglia di Cédric Tornay, perché è il primo atto concreto, dopo 24 anni. E questo significa che probabilmente, forse, un minimo di ragione ce l'abbiamo".
La storia racconta
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