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Soluzione "alla tedesca" per salvare Priolo

L'impianto Isab-Lukoil di Priolo, Siracusa
L'impianto Isab-Lukoil di Priolo, Siracusa Diritti d'autore  Salvatore Cavalli/Copyright 2022 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Salvatore Cavalli/Copyright 2022 The AP. All rights reserved.
Di Cinzia Rizzi & Alberto de Filippis Agenzie: ANSA, ADKRONOS
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Varato decreto d'urgenza per Priolo

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E’ una soluzione che potremmo definire alla tedesca quella adottata dal Consiglio dei ministri per cercare di mantenere operativa la raffineria di Priolo, in Sicilia. L’impianto, rifornisce il 20% dei carburanti utilizzati in Italia ed apparteneva alla russa Lukoil. Con l’entrata in vigore, il prossimo 5 dicembre, dell’embargo europeo sul greggio di Mosca, rischiava di rimanere senza materia prima da raffinare.

Scartata l’ipotesi, non percorribile, di chiedere una deroga all’embargo per non ritrovarsi sottoposti alle sanzioni europee, la società verrà posta sotto amministrazione fiduciaria, come fatto da Berlino per alcuni impianti di Rosneft sul suo territorio.

Questo, almeno sulla carta, dovrebbe mettere le banche in condizione di riprendere ad erogare credito e assicurare i carichi di greggio della raffineria che potrebbe così tornare a rifornirsi anche su altri mercati, non solo da quello russo e operare normalmente. La prima ondata di sanzioni aveva precluso alla raffineria la possibilità di acquistare sul mercato internazionale lasciandole come unica possibilità quella di affidarsi ai rifornimenti della casa madre. Rifornimenti che non arrivano più

Quel che è certo è che senza una di queste soluzioni, tra cinque giorni lo stabilimento in provincia di Siracusa non avrebbe più potuto raffinare il petrolio proveniente dalla Russia e i suoi 10.000 lavoratori, tra dipendenti e indotto, sarebbero rimasti a casa.

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