Il leader del G20 condannano la guerra in Ucraina nell'ultimo giorno dei lavori. Prossimo vertice in India nel 2023. Visione comune su problemi globali, ma obiettivi concreti ancora lontani
Dura condanna della guerra in Ucraina. Si chiude con questa dichiarazione il G20 a Bali, con i leader della maggior parte dei paesi al vertice che chiedono il ritiro completo e incondizionato dell'esercito russo dai territori occupati. Non tutti, però, Le voci discordanti depotenziano il documento finale.
Oltre ai missili caduti in Polonia, il vertice è stato l'occasione per valutare l'impatto del conflitto sull'economia globale, crisi in cima all'agenda. Il premier inglese Rishi Sunak accusa: "La persistente asfissia dell'economia globale e della nostra sicurezza è stata determinata dalle azioni di un unico uomo che non ha voluto essere presente a questo vertice: Vladimir Putin. Non c'è una sola persona al mondo che non abbia sentito l'impatto della guerra, che si ripercuoterà in tutto il mondo anche per gli anni a venire".
Interviene pure la presidente della commissione europea, Ursola von der Leyen, in sostegno del governo di Cracovia colpita dall'attacco e dal lutto. "Offriamo il nostro pieno sostegno alla Polonia e assistenza per le indagini in corso", dice. Rimarremo in stretto contatto con i nostri partner per i prossimi passi. Saremo al fianco dell'Ucraina per tutto il tempo necessario e saremo uniti". Visione comune sui problemi globali - energia, ambiente, cultura -, meno evidente è la stessa compattezza su soluzioni concrete.