G20 condanna la guerra in Ucraina: il documento finale

Dura condanna della guerra in Ucraina. Si chiude con questa dichiarazione il G20 a Bali, con i leader della maggior parte dei paesi al vertice che chiedono il ritiro completo e incondizionato dell'esercito russo dai territori occupati. Non tutti, però, Le voci discordanti depotenziano il documento finale.
Oltre ai missili caduti in Polonia, il vertice è stato l'occasione per valutare l'impatto del conflitto sull'economia globale, crisi in cima all'agenda. Il premier inglese Rishi Sunak accusa: "La persistente asfissia dell'economia globale e della nostra sicurezza è stata determinata dalle azioni di un unico uomo che non ha voluto essere presente a questo vertice: Vladimir Putin. Non c'è una sola persona al mondo che non abbia sentito l'impatto della guerra, che si ripercuoterà in tutto il mondo anche per gli anni a venire".
Interviene pure la presidente della commissione europea, Ursola von der Leyen, in sostegno del governo di Cracovia colpita dall'attacco e dal lutto. "Offriamo il nostro pieno sostegno alla Polonia e assistenza per le indagini in corso", dice. Rimarremo in stretto contatto con i nostri partner per i prossimi passi. Saremo al fianco dell'Ucraina per tutto il tempo necessario e saremo uniti". Visione comune sui problemi globali - energia, ambiente, cultura -, meno evidente è la stessa compattezza su soluzioni concrete.