Secondo i più recenti dati Eurostat, solo l’11% dei gestori di aziende agricole in Europa ha meno di 40 anni e l'Italia è ampiamente al di sotto del 10%
“Un’agricoltura sostenibile e resiliente per rafforzare la sicurezza dei lavoratori e salvaguardare l’ambiente” è il tema dell'incontro, che si è svolto a Ischia, promosso dal Movimento Cristiano Lavoratori e Feder.agri.
Alle tre sessioni di lavoro hanno partecipato rappresentanti provenienti da Francia, Cipro, Croazia, Malta, Spagna, Germania e Portogallo.
Agricoltura, ecco chi domina il mercato
Forse la vulgata secondo cui tanti giovani starebbero virando verso l’agricoltura, anche grazie ai sussidi europei, non è poi tanto vera, così come l’idea che i Paesi meno abbienti possano puntare sull’agricoltura. I Paesi che trainano l’economia europea sono gli stessi che dominano il mercato agricolo: Germania, Francia e Regno Unito, mentre i meno ricchi hanno, sì, più aziende agricole, ma sono in media molto piccole e quindi producono poca ricchezza.
Stando ai più recenti dati Eurostat in materia, solo l’11% dei gestori di aziende agricole in Europa ha meno di 40 anni e l'Italia è ampiamente al di sotto del 10%.
I Paesi con la percentuale più alta di giovani imprenditori agricolo sono Austria (il 22,2% ha meno di 40 anni), la Polonia (20,3%) e la Slovacchia (19,0%).
A chiudere la classifica invece troviamo Cipro (il 3,3% di giovani imprenditori agricoli), il Portogallo (4,2%) e il Regno Unito (5,3%).
Nei campi soprattutto uomini
L’agricoltura europea è ancora prevalentemente gestita da uomini: solo tre imprenditori agricoli europei su dieci (il 29%) sono donne e fra gli under 40 la percentuale di imprenditrici è ancora più bassa: il 23%.
Un altro dato che emerge dall’analisi Eurostat è che le aziende agricole europee sono tendenzialmente di piccole dimensioni: il 65% di esse ha meno di 5 ettari di terreno.
Nel complesso il nostro Paese è il quarto per produzione agricola: rappresentiamo circa il 12% del totale. Siamo anche fra i Paesi con la più bassa percentuale (44%) di terra utilizzata dalle grandi aziende, cioè da quelle con oltre 50 ettari di terreno. La media europea è del 68%, in Francia esse rappresentano l’86% delle aziende, in Germania il 78%, nel Regno Unito l’88%.
Le microrealtà agricole
Delle 10,3 milioni di aziende agricole dell’Ue, 4 milioni rappresentano solo l'1% della produzione agricola totale. La Romania per esempio ha un terzo delle aziende agricole dell’Ue, ma la sua produzione complessiva rappresenta solo il 3,4% di quella europea.
Quello che emerge alla fine è un’Europa a due velocità.
A farla da padrone sono Francia, Germania, Regno Unito e Olanda, che insieme esprimono meno del 10% del totale delle aziende agricole grandi e piccole europee, ma che rappresentano oltre 40% della produzione agricola europea.
Al contrario Paesi come Romania, Polonia, Bulgaria e Portogallo hanno moltissime aziende, per lo più piccole, sparse sui loro territori, ma la produzione nazionale incide pochissimo sul totale dell’Unione europea.
Il ritorno alla terra di tanti giovani, grazie alle risorse europee, è dunque una mezza verità. Ma la sfida, lanciata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, deve essere colta, ha sottolineato Alfonso Luzzi, segretario generale Feder.agri, in occasione dell'incontro sull'agricoltura sostenibile e resiliente, promosso a Ischia.