Ora il capo delle forze anti-jihadiste Ibrahim Traoré è capo dello Stato da interim. Ma ci sono degli impegni internazionali da rispettare
Il tenente colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba, che si era inizialmente rifiutato di lasciare la guida del Burkina Faso, alla fine ha accettato di dimettersi dopo due giorni di tensioni "per evitare scontri con gravi conseguenze umane e materiali".
Secondo fonti diplomatiche regionali, Damiba, che domenica si trovava a Lomé, in Togo, ha subordinato le sue dimissioni alla sua sicurezza e a quella dei suoi sostenitori e al rispetto degli impegni assunti con la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS) per la restituzione del potere ai civili entro il 1° luglio 2024.
"L'intero Burkina Faso è in stato di emergenza", ha detto il nuovo leader ad interim del Burkina Faso Ibrahim Traore, capo dell'unità di forze speciali anti-jihadiste, dopo una riunione del comando militare delle forze armate nazionali, che ha confermato il sostegno convinto alla giunta militare al potere nel Paese.
"Dobbiamo decisamente cambiare il ritmo, dobbiamo andare veloci: l'intero Paese è in stato di emergenza e tutti a questo livello devono essere in grado di muoversi più velocemente e abbandonare l'inutile burocrazia", ha continuato.
I nuovi leader si sono detti disposti "a rivolgersi ad altri partner pronti ad aiutare nella lotta contro il terrorismo", tra cui la Russia, ma hanno invitato anche alla moderazione, invitando i manifestanti ad "astenersi da qualsiasi atto di violenza e vandalismo soprattutto quelli che potrebbero essere perpetrati contro l'ambasciata francese o la base militare francese.