"Venite numerosi e scatenatevi". Trump avrebbe aizzato la folla con un Tweet. I suoi sostenitori alla Commissione sull'assalto al Campidoglio USA: "Abbiamo fatto quanto ci diceva". In cantiere anche l'idea di sequestrare le macchine per il conteggio dei voti"
Tweet per istigare la folla alla rivolta, piani per sequestrare le macchine per il conteggio dei voti e poi anche il sospetto di aver provato ad esercitare pressioni su un testimone. Nuove e sempre più pesanti le ombre sul comportamento di Donald Trump, che emergono dalla settima udienza pubblica chiamata a fare chiarezza sugli eventi del 6 gennaio: giorno in cui i sostenitori dell'ex Presidente, incapace di accettare la vittoria di Biden, presero d'assalto il Campidoglio di Washington.
Tweet di Trump per aizzare i suoi: "Venite numerosi e scatenatevi"
Filo rosso delle testimonianze, a partire dall'ex consigliere della Casa Bianca Eric Herschmann, quello dell'obbedienza agli ordini. "Decideva tutto lui - il succo - e guai a provare a esprimere qualsiasi perplessità". Fuori dal coro la testimonianza del deputato democratico della Commissione, Jamie Raskin, secondo cui ad aizzare la folla sarebbe stato lo stesso Trump con un Tweet: "Statisticamente impossibile aver perso le elezioni" avrebbe scritto, invitando poi i suoi sostenitori a radunarsi numerosi il 6 gennaio a Washington per una "grande manifestazione" e a "scatenarsi". Parole che, in base alla testimonianza di Raskin, li avrebbero "elettrizzato e galvanizzato" la base dell'ex Presidente, convinta che la vittoria fosse stata loro ingiustamente sottratta da un complotto democratico.
I manifestanti alla Commissione: "Ci siamo limitati a fare quanto ci diceva Trump"
"Ci ha dato la carica - ha detto uno dei partecipanti alle manifestazioni - ci ha incitati ad andare avanti. Di fatto, ci siamo limitati a fare quello che ci diceva". "Smettiamo di usare mezzi termini - ha poi aggiunto Jason Van Tatenhove, ex portavoce del gruppo anti-governativo di estrema destra, Oath Keepers- quella era una rivoluzione armata".
La cerchia stretta di Trump: "Sequestrare le macchine per il conteggio dei voti"
Dalle testimonianze emerge anche la convocazione di una riunione, da parte di Trump, con alcuni dei suoi più stretti collaboratori. Durante l'incontro, a cui avrebbero presenziato il 18 dicembre anche il suo avvocato Rudolph Giuliani e il suo ex consigliere alla sicurezza Michael Flynn, sarebbe emersa l'idea di procedere al sequestro delle macchine preposte al conteggio dei voti. A parlarne è stato l'allora consigliere della Casa Bianca Pat Cipollone, che ha però tenuto a prendere le distanze, sostenendo di aver a più riprese sottolineato che fosse una cattiva idea e che l'ipotesi della frode, sostenuta da Trump, non fosse suffragata da prove.
Nei giorni precedenti l'udienza, secondo la vicepresidente repubblicana della Commissione d'inchiesta, Liz Cheney, Trump avrebbe inoltre provato - seppure invano - a mettersi in contatto con una persona chiamata a testimoniare.