Israele, sciolta la Knesset, si vota il primo novembre

Le elezioni in Israele si terranno il primo novembre
Le elezioni in Israele si terranno il primo novembre Diritti d'autore AP Photo
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Per il Paese mediorientale è la quinta elezione negli ultimi quattro anni. Yair Lapid sarà Primo ministro ad interim

PUBBLICITÀ

Il deputati del parlamento di Israele hanno votato per lo scioglimento della Knesset: una decisione che provocherà la quinta elezione in meno di quattro anni nel paese mediorientale. La consultazione elettorale si svolgerà il primo novembre e nel frattempo il primo ministro ad interim sarà l'attuale ministro degli Esteri Yair Lapid. 

L'eterno ritorno alle urne

La terza ed ultima lettura del provvedimento che mette fine alla legislatura è stata approvata da 92 deputati su 120 e nessun voto contrario, mentre la Knesset ha respinto la proposta dell'opposizione di Benyamin Netanyahu di andare alle urne il 25 ottobre.

Con l'approvazione della legge per lo scioglimento della Knesset e della legislatura, inizia l'iter verso le prossime elezioni: l'attuale ministro degli Esteri Yair Lapid diventerà Primo ministro ad interim dalla mezzanotte del 30 giugno (data dello scioglimento del parlamento), fino al primo novembre, in cui si apriranno i seggi. 

Si tratta della quinta volta in meno di quattro anni: la politica israeliana è segnata da grande instabilità e la coalizione di otto partiti guidata da Naftali Bennet è durata soltanto un anno. Forze politiche di diversa ispirazione, tra cui anche il partito Ra’am, che rappresenta gli arabi israeliani, si sono coalizzate principalmente per porre fine ai 12 anni di governo di Benjamin Netanyahu: il suo partito, Likud, è stato all'opposizione per 12 mesi. 

Una coalizione fragile

L'intesa anti-Netanyahu si è però arenata presto, al punto che il governo non è stato in grado di approvare il rinnovo di una legge che garantisse agli oltre 475mila coloni nella Cisgiordania occupata gli stessi diritti degli altri israeliani. Di conseguenza il Primo ministro Bennett, leader del partito Nuova Destra e fervente sostenitore degli insediamenti dei coloni in territorio palestinese, ha preferito gettare la spugna e terminare l'esperienza governativa.

"Non ho intenzione di candidarmi alle prossime elezioni, ma rimarrò un fedele soldato di questo Paese, che ho servito per tutta la vita come soldato, ufficiale, ministro e Primo ministro", ha detto il Bennett, confermando anche di cedere la guida della sua formazione politica all'attuale ministro dell'Interno, Ayelet Shaked.

Netanyahu, da parte sua, proverà a ritornare al comando: "Questa sera la gente sorride - ha detto il giorno in cui si è consumata la rottura nell'esecutivo - ci stiamo liberando del peggior governo della storia di Israele". Alle elezioni in autunno l'esito rischia di essere molto incerto e il parlamento ancora più frammentato.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Israele, la visita del presidente americano Biden a Tel Aviv

Israele, l'eterno ritorno alle urne: nuove elezioni previste per ottobre

Crisi di governo, Knesset sciolta: Israele torna al voto