originaria in gran parte della Russia, con alcuni membri di ascendenza ucraina, la band continua a portare al pubblico il suo grande miscuglio di ska, punk, folclore slavico e internazionalismo socialista
Il loro ska punk venato di suggestioni slave continua a richiamare decine di fan: ma per i Russkaja - band austriaca di origine russa, il cui lavoro attinge a piene mani dal patrimonio culturale della loro terra natale - le cose si sono fatte complicate con l'inizio della guerra
"Eravamo preoccupati" ammette il cantante Georgij Makazaria, nato a Mosca 48 anni fa. "E ci siamo chiesti fino a che punto si possa ancora rappresentare qualcosa di russo. Ma guardate, per noi si tratta di musica, di festa, ed è un dato di fatto che in futuro ci sarà bisogno di una spiegazione per tutto questo. Abbiamo anche pensato di cambiare il nostro nome. Avete qualche suggerimento?"
Peace, love and russian roll
Il gruppo - il cui motto è "peace, love and Russian roll" - è nato a Vienna 17 anni fa, dopo un incontro casuale tra due musicisti di origine russa: la dicitura Russkaja omaggia l'omonimo fiume siberiano, ma secondo il gruppo rappresenta anche la crasi tra il genere musicale Ska, la Russia e l'affermativo tedesco "ja".
Negli anni, il complesso è diventato famosi soprattutto come house band di uno dei più popolari club notturni austriaci, che hanno animato con la loro miscela di "Russian Turbo Polka Metal".
Oggi, però, la guerra sta toccando molto da vicino la band: che non soltanto con la Russia, ma anche con la stessa Ucraina mantiene forti legami anche sul piano affettivo.
"Per me - racconta il bassista Dimitrij Miller, la cui famiglia viene proprio dall'Ucraina - ora è parecchio difficile fare festa e divertirmi sul palco quando i miei migliori amici sono lì a combattere, in guerra, è inimmaginabile. "
Internazionalisti punk
I simboli, i dischi e i testi del gruppo - che dal 2008 ha pubblicato 6 album - sono pieni di rimandi all'iconografia e all'immaginario dell'internazionalismo socialista.
Simboli che per molti sono divenuti problematici, da quando le bandiere sovietiche hanno iniziato a spuntare sui carri armati invasori in ucraina: ma i fan dei Russkaja - che politicamente guardano perlopiù a sinistra, - non sembrano aver intenzione di spingere la band sotto le forche caudine del boicottaggio e della censura toccate in sorte a molti dei loro conterranei.
Da due mesi, del resto, la band si esibisce sul palco dietro una bandiera ucraina con impresso un simbolo di pace: non esattamente il genere di vessillo che si esibisce per entrare nelle grazie di Putin.
Makazaria ha perfino riscritto alcuni dei suoi testi, che generalmente mescolano russo e inglese: l'appello a Mosca "abbattiamo tutti questi muri" è diventato ad esempio "Hello, Moskva, let's stop this fucking war".
Lo spettacolo continua
A marzo, la band ha portato la sua prima tournée negli Stati Uniti, come gruppo di supporto alla band celtic-punk Flogging Molly. Quest'estate ha in programma una ventina di concerti in Austria e nelle vicine Germania, Francia, Ungheria e Repubblica Ceca.
"Per noi l'importante è la musica", spiega Makazaria, 48 anni, a margine di un concerto nella cittadina di Kapfenberg, a circa 150 chilometri a sud-ovest di Vienna.
In questo concerto di fine aprile, la band esegue i suoi numeri contagiosi e ad alta energia davanti a una bandiera ucraina abbellita con un simbolo di pace.
"Dimitrij qui viene dall'Ucraina", dice Makazaria alla folla dopo la canzone "Russkij Style". Mette il braccio intorno a Miller tra gli applausi scroscianti.
"E io vengo dalla Russia... Quello che sta succedendo ora è una catastrofe estrema per noi, per tutti, e noi condanniamo questa guerra folle!", urla.