Così il sottosegretario alla presidenza del consiglio delegato agli affari europei ai microfoni di euronews
Era il 9 maggio 1950 quando l'allora ministro degli esteri francese Robert Schuman rilasciò la storica dichiarazione che diede il via alla comunità europea del carbone e dell'acciaio (Ceca), primo passo verso il processo di unificazione che avrebbe portato fino all'unione a 27
A ridosso del 9, giorno in cui si celebra l'Europa, si moltiplicano gli eventi; nell'ambito dello State of the Union 2022 di Firenze, Giorgia Orlandi ha intervistato il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega agli affari europei Enzo Amendola, strenuo sostenitore dell'unità europea auspica tuttavia un superamento del principio di unanimità
"Noi lo abbiamo chiesto, siamo uno dei primi Paesi col parlamento italiano, col presidente del consiglio a chiedere la riforma dei trattati; non si possono avere 27 politiche ester, 27 politiche di difesa, bisogna essere uniti ma uniti significa anche fare delle scelte. Per essere sul palco con altri grandi attori mondiali dobbiamo cambiare, è un'esigenza della storia che stiamo vivendo".
La storia, appunto, con la guerra in Ucraina obbliga a decidere in fretta. Da ultimo sulle importazioni di petrolio e gas russi.
"Noi abbiamo scelto che su alcune questioni come gli idrocarburi russi andremo verso una diversificazione strutturale - dice Amendola - lo abbiamo deciso a 27 e lo faremo nel tempo: su carbone, petrolio e gas l'Europa e i 27 Paesi usciranno fuori dalla dipendenza russa. Questa è una decisione irreversibile".