Primo summit europeo, oggi a Bruxelles, dopo la sospensione delle forniture di gas a Bulgaria e Polonia decisa dalla Russia. L'Unione europea cerca alternative: anche per pagare in rubli, come vuole Mosca, senza aggirare le sanzioni
L'Europa di fronte alla crisi energetica.
I ministri dell'energia dell'Unione europea si incontrano oggi a Bruxelles nel primo vertice dopo la decisione della Russia di tagliare le forniture di gas a due Stati membri: Polonia e Bulgaria.
L'obiettivo è quello di rimanere uniti e mostrare solidarietà all'interno del blocco europeo, cercando soluzioni al "taglio" deciso da Mosca.
L'energia europea vuole avere un futuro.
La scorsa settimana Il gigante russo dell'energia Gazprom ha interrotto le forniture di gas dopo il rifiuto di Varsavia e Sofia di pagare in rubli.
Il Cremlino esige il pagamento nella valuta russa per diminuire così l'impatto delle sanzioni occidentali, che riguardano centinaia di miliardi di dollari di beni russi.
L'Ue ha accusato Mosca di ricatto, ma sta valutando come effettuare il pagamento in rubli senza infrangere le sanzioni.
Tuttavia, l'intransigenza della Russia sta spingendo l'Europa sull'orlo di una crisi energetica, provocando un aumento del 20% del prezzo del gas all'ingrosso.
Oltre a Polonia e Bulgaria, la preoccupazione è che la Russia possa "tagliare" anche altri paesi, ad esempio la Germania, il cliente più importante di Gazprom in Europa, che dalla Russia riceve il 55% del suo gas, pagandole 5 miliardi di euro per gas e petrolio dall'inizio del conflitto in Ucraina.
Altri paesi a rischio sono Italia, Finlandia, Croazia e Lettonia, che per i combustibili sono pesantemente dipendenti da Mosca.