Francia, Macron-Le Pen: tutti i guai con la giustizia dei candidati all'Eliseo

Candidati e magistratura
Candidati e magistratura Diritti d'autore EMMANUEL DUNAND/AFP or licensors
Di Stefania De Michele
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Voto in Francia, l'ombra delle pendenze giudiziarie per i candidati all'Eliseo: le vicende al vaglio della magistratura

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Rush finale per Emmanuel Macron e Marine Le Pen al secondo turno delle elezioni presidenziali.
A gettare qualche ombra sui due candidati sono le indagini della magistratura.

Marine Le Pen, il bodyguard e la segretaria

Marine Le Pen è perseguita dal giugno 2017 per la stipula di presunti falsi contratti di lavoro al Parlamento europeo per il suo bodyguard, Thierry Légier, e per la sua assistente, Catherine Griset. 
La candidata del Rassemblement National (RN) è sotto inchiesta per "appropriazione indebita di fondi pubblici".
In pratica, avrebbe pagato i suoi dipendenti con i soldi dell'Unione europea.

Légier è un ex  paracadutista militare, che ha assicurato la sicurezza di principi sauditi, attori come Sean Penn e Charles Bronson al Festival di Cannes prima di lavorare per i Le Pen, padre e figlia, da oltre 30 anni. Secondo l'accusa, sarebbe stato remunerato con una cifra pari a 41.000 euro per compiti fittizi. 

In occasione delle presidenziali del 2017, Griset figurava nell'organigramma del team della campagna di Marine Le Pen, tra i fedelissimi come Louis Aliot, Steeve Briois e Florian Philippot.
Il rapporto tra le due donne non è solo professionale. Erano cognate quando Catherine Griset era sposata con il fratello di Eric Iorio, secondo marito di Marine Le Pen.

Nell'ambito dell'inchiesta, sono indagati altri 28 funzionari attuali o ex del partito, tra cui il padre di Marine, Jean-Marie Le Pen, alti funzionari e assistenti parlamentari.
I giudici istruttori hanno chiuso il caso a febbraio, la procura di Parigi deve ora pronunciarsi prima della decisione finale dei magistrati su un eventuale processo.

Nella foto: i__l presidente onorario del Fronte nazionale francese (FN) Jean-Marie Le Pen si prepara a comparire davanti alla Corte di giustizia dell'Unione europea per accuse di abuso dei fondi del Parlamento europeo, il 23 novembre 2017 in Lussemburgo.

JOHN THYS/AFP or licensors
Jean-Marie Le PenJOHN THYS/AFP or licensors

Se Marine Le Pen fosse eletta, beneficerebbe dell'immunità presidenziale e non potrebbe, secondo la Costituzione, essere oggetto di un'indagine o di un procedimento giudiziario durante il suo mandato.
Le altre persone perseguite potrebbero, tuttavia, essere rinviate a giudizio.

Un'altra ombra sull'operato del Front National (divenuto poi Rassemblement National) riguarda i presunti finanziamenti illeciti che il partito avrebbe incassatoper diverse elezioni tra il 2012 e il 2015.

Secondo gli inquirenti francesi, il sistema avrebbe avuto come cardini due società: “Riwal”, di Fréderic Chantillon e “Les Presses de France”, di Axel Loustau, che avrebbero gonfiato le ricevute per ottenere maggiori rimborsi elettorali da parte dello Stato. Il caso sarà giudicato in appello il prossimo autunno.

Al processo del 2019, il partito è stato assolto dalle accuse di frode, ma sei imputati, tra cui Frédéric Chatillon, uno stretto collaboratore di Marine Le Pen ed ex presidente dell'organizzazione studentesca GUD, sono stati condannati a una pena compresa tra sei mesi e due anni e mezzo di prigione, parzialmente sospesa.

Altra spada di Damocle per la candidata di RN è quella che riguarda il patrimonio, in parte detenuto con il padre, Jean-Marie Le Pen, e attualmento oggetto di un'indagine preliminare, ancora in corso presso la Procura finanziaria nazionale.

Secondo l’accusa, in particolare, i Le Pen avrebbero pagato meno imposte sugli immobili rispetto a quelle dovute. 

L'entourage di Macron è nel mirino della magistratura

Il candidato presidente, Emmanuel Macron, non è specificamente preso di mira in nessuna indagine, ma diversi suoi collaboratori, compresi alcuni ministri, sono o sono stati perseguiti.

La Corte di giustizia della Repubblica (CJR) sta conducendo un'indagine sulla gestione dell'epidemia di Covid-19 da parte del governo, a partire dal luglio 2020. Per il momento, solo l'ex ministro della salute Agnès Buzyn è indagata per "aver messo in pericolo la vita degli altri".

Sempre al CJR, Eric Dupond-Moretti è indagato per conflitto di interessi. È sospettato di aver approfittato della sua posizione di Guardasigilli per regolare i conti con i magistrati con cui aveva avuto a che fare quando era avvocato in due dossier.

Anche il ministro d'Oltremare Sébastien Lecornu e il segretario di Stato per la funzione pubblica Olivier Dussopt sono sotto inchiesta per assunzione illegale di interessi.

L'altra vicenda che crea un forte imbarazzo all'Eliseo e al presidente uscente è legata all'operato del segretario generale della presidenza, il braccio destro di Emmanuel Macron, Alexis Kohler.

Kohler è stato messo sotto inchiesta per interesse illegale e traffico di influenze dalla Procura nazionale finanziaria dopo la denuncia di un'associazione anticorruzione.

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Al centro dell'inchiesta, i legami familiari di Kohler con l'armatore MSC (fondato e gestito dai cugini di sua madre, la famiglia Aponte). MSC è il gruppo italo-svizzero con il quale lo Stato francese ha condotto importanti negoziati negli ultimi anni.

Nella foto:_ il presidente francese Emmanuel Macron e il segretario generale della presidenza Alexis Kohler arrivano a una riunione del Consiglio di difesa sulla crisi ucraina, all'Eliseo a Parigi,  il 26 febbraio 2022._

CHRISTIAN HARTMANN/AFP
Emmanuel Macron e Alexis KohlerCHRISTIAN HARTMANN/AFP

Tra gli scivoloni del quinquennio di Macron figura quella del collaboratore del presidente nonché incaricato di missione all'Eliseo, Alexandre Benalla.

Benalla, che ha fatto ricorso, è stato condannato a tre anni di prigione, di cui un anno sotto sorveglianza elettronica, per le violenze commesse durante la manifestazione del 1° maggio 2018.

Grazie alle inquadrature di un video diffuso dai media francesi, l'uomo era stato sorpreso con un casco da poliziotto in mezzo ad alcuni agenti mentre manganellava dei giovanissimi manifestanti.

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Quattro giorni prima del primo turno delle elezioni presidenziali, la Procura finanziaria nazionale ha annunciato l'apertura di un'inchiesta sulle pratiche di "ottimizzazione fiscale" della società di consulenza McKinsey, rivelate da una commissione d'inchiesta del Senato.

La commissione sostiene che i contratti conclusi dallo Stato con le società di consulenza  sono più che raddoppiati durante il mandato quinquennale di Macron, raggiungendo un importo record di più di un miliardo di euro nel 2021.

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