Intervista al direttore di ''Odessa Journal'', Ugo Poletti: Odessa è mobilitata ma le direttrici verso la città portuale sono ben presidiate
Dopo oltre un mese di guerra, in Ucraina gli equilibri sono ancora tutti da scrivere: Mosca ha annunciato un ridimensionamento delle attività militari intorno a Kiev e il riposizionamento delle truppe russe apre nuovi fronti. Uno di questi potrebbe riguardare Odessa, terza città tra le più popolose del Paese, porto strategico sul Mar Nero.
La resistenza delle truppe ucraine a Mykolaïv impedisce all'esercito di Putin di sfondare verso Odessa, dal mare è stato respinto un attacco ma l'ipotesi di un coinvolgimento a ovest della Transnistria, che ospita una guarnigione di truppe filo-russe, non è ancora da scartare.
"La città è mobilitata, anche se la minaccia sembra sfumare più trascorre il tempo" dice Ugo Poletti, direttore del magazine online "Odessa Journal".
Odessa, che ha un legame molto forte con l'Italia (alcuni dei suoi edifici più belli sono stati realizzati da architetti italiani), ha anche lanciato un appello all'Unesco perché la città sia inserita nella lista del patrimonio culturale. Non un deterrente contro le aggressioni militari - commenta Poletti - ma un ulteriore aiuto e riconoscimento internazionale.
Fallita la guerra lampo, il compromesso è ora al centro dei negoziati in Turchia: sul tavolo la richiesta di Putin di un'Ucraina neutrale. Secondo Poletti, una possibilità che il presidente ucraino Zelensky non può permettersi di scartare.
Per aprire allo status di neutralità, Zelensky chiede che Paesi terzi siano garanti della sicurezza e che si impegnino e siano obbligati a fornire assistenza all'Ucraina in caso di aggressione.