Nato, Stoltenberg: "Se la Russia userà le armi chimiche, la Nato risponderà"

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Di Méabh Mc MahonEuronews
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Supporto all'Ucraina, potenziamento a est, maggiori risorse per la difesa e una task force contro gli attacchi chimici e biologici: le risposte della Nato all'aggressione russa in Ucraina

A un mese dall'inizio del conflitto in Ucraina, le tensioni non accennano a diminuire.
Al vertice Nato, il presidente statunitense Joe Biden ha paventato ancora una volta il rischio di utilizzo da parte della Russia di armi chimiche. In tal caso, è stato ribadito, la Nato "risponderà".

Sul fronte opposto, la Russia ha dichiarato che la decisione dell'Alleanza atlantica di appoggiare ulteriormente le autorità ucraine è la "conferma dell'interesse della Nato a continuare le ostilità".

Euronews ha fatto il punto della situazione con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

- Questa settimana abbiamo visto una grande dimostrazione di unità alla Nato. Questo aiuterà a fermare la guerra in Ucraina?

"Sì, aiuterà. E, in realtà, sta già aiutando a fornire supporto all'Ucraina. Penso che il presidente Putin abbia davvero sottovalutato l'unità e la forza della Nato, dell'Unione europea e di tutti noi che crediamo nella democrazia, nello stato di diritto e nell'ordine internazionale basato sulle regole - dice Stoltenberg - perché siamo uniti nell'imporre sanzioni senza precedenti alla Russia, ma anche nel fornire sostegno all'Ucraina per aitarla a resistere all'invasione delle forze russe".

Attacchi ai civili in Ucraina: "Crimini di guerra"

- Il presidente Putin è un criminale di guerra?

"Quello che abbiamo visto è che i civili sono stati attaccati, le infrastrutture civili sono state attaccate - scuole, ospedali. Qualsiasi aggressione deliberata alle infrastrutture civili, ai civili, sarà considerata un crimine di guerra. Quindi, penso che sia estremamente importante che la Corte penale internazionale abbia aperto un'indagine che persegua i responsabili. Questo evidenzia e sottolinea l'importanza del fatto che questa guerra debba finire e che finisca prima possibile. Mettendo fine al conflitto, ritirando le truppe e impegnandosi in buona fede negli sforzi diplomatici".

- Questa settimana si è focalizzata nel supporto agli ucraini. Il presidente Zelensky si è unito virtualmente alla riunione. Ha detto che vuole l'uno per cento delle armi della Nato. È fattibile?

"Ciò che è fattibile è che gli alleati della Nato stanno facendo tutto il possibile per fornire aiuti: supporto finanziario, supporto umanitario, ma anche supporto militare all'Ucraina. Stiamo fornendo all'Ucraina armi anticarro avanzate, sistemi di difesa aerea. Dobbiamo anche ricordare che gli alleati hanno addestrato l'esercito ucraino per molti anni: decine di migliaia di soldati che ora sono in prima linea. Quindi, l'esercito ucraino è molto meglio equipaggiato, molto meglio addestrato e molto più forte ora che nel 2014, quando la Russia ha invaso per la prima volta. È innanzitutto il coraggio delle forze di difesa dell'esercito ucraino che sta facendo la differenza sul campo di battaglia. Ma il sostegno degli alleati della Nato è un fattore cruciale per permettere loro di resistere all'invasione delle forze russe. E vediamo l'effetto degli armamenti e del supporto che abbiamo fornito".

Il timore degli attacchi biologici e chimici

- La Nato ha annunciato che avrebbe attivato il CBRN, la task force congiunta di difesa chimica, biologica, radiologica e nucleare. Quanto è importante? Quanto dovremmo essere preoccupati?

"Beh, siamo preoccupati. Ma, allo stesso tempo, stiamo mandando un messaggio alla Russia che qualsiasi uso di armi chimiche o biologiche o nucleari cambierà fondamentalmente la natura del conflitto. Sarà una palese violazione del diritto internazionale e avrà conseguenze di vasta portata. Quindi, tutto questo è qualcosa di molto serio. È anche un ulteriore motivo per cui questa guerra deve finire. Perché questo è un conflitto pericoloso. È la più grave crisi di sicurezza che affrontiamo da decenni e, per questo, stiamo imponendo sanzioni alla Russia e stiamo fornendo supporto all'Ucraina. Ma stiamo anche potenziando la prontezza e la presenza delle truppe della Nato nella parte orientale dell'Alleanza".

- E questa task force, il CBRN, è in grado di proteggere l'Ucraina e naturalmente gli alleati della Nato da un possibile attacco chimico?

"I nostri comandanti militari possono contare su alcune misure per proteggere le forze Nato e abbiamo più contingenti nella parte orientale dell'Alleanza. Abbiamo anche le competenze per assistere le autorità civili nell'affrontare le armi chimiche o biologiche e i loro effetti. E poi stiamo fornendo del supporto all'Ucraina, in particolare attrezzature protettive e altri mezzi per difendersi dalle armi chimiche o biologiche".

I costi della guerra per i Paesi membri della Nato

- Tutto questo, naturalmente, avrà un costo. Abbiamo visto che i membri della Nato ora si stanno mettendo le mani in tasca. Stanno mettendo i soldi sul tavolo. Come i belgi, che hanno deciso di stanziare un miliardo di euro ora per le spese di difesa. Quanto costerà tutto questo ai contribuenti? Perché sembra che questa guerra possa durare un po'.

"La nostra sicurezza non è gratuita e abbiamo visto aumentare le tensioni negli ultimi anni, soprattutto dal 2014. Abbiamo visto la Russia usare la forza contro l'Ucraina: prima l'annessione illegale della Crimea, poi la destabilizzazione della parte orientale del Paese, il Donbass, e ora la vera e propria invasione dell'Ucraina. La Russia ha anche minacciato la Nato, chiedendole di rimuovere tutte le sue infrastrutture e tutte le forze dalla parte orientale dell'Alleanza. Quindi, dobbiamo investire di più nella nostra sicurezza. La buona notizia è che i partner stanno facendo esattamente questo. Abbiamo preso la decisione di aumentare la spesa per la difesa nell'aprile 2014. È quello che hanno fatto, da allora, tutti gli alleati della Nato. Abbiamo aggiunto in totale 270 miliardi di dollari in più per la difesa: questo ci ha reso più forti e vediamo che abbiamo più capacità, maggiore prontezza. Anche per questo motivo siamo stati in grado di schierare significativamente più truppe nella parte orientale dell'Alleanza, più navi e più aerei. Tutto questo per assicurarci che non ci sia spazio a Mosca per le incomprensioni, quando si tratta della prontezza della Nato a proteggere tutti gli alleati sulla base del principio fondamentale: uno per tutti, tutti per uno. Un attacco a un alleato scatenerebbe una risposta da parte di tutta l'alleanza. Facendo questo, non stiamo provocando un conflitto, ma lo stiamo prevenendo".

Stoltenberg, "privilegiato di restare alla Nato"

Il presidente Biden era qui questa settimana e ha proposto che lei rimanga al suo posto per un altro anno, anche se era previsto che lei andasse in Norvegia, alla Banca centrale norvegese. Come la fa sentire? È pronto per un altro anno di tutto questo?

"Mi sento molto privilegiato che mi sia stato chiesto di proseguire come segretario generale della Nato, specialmente ora nel mezzo di una crisi di sicurezza estremamente grave, per garantire che si continui a restare uniti. L'unità dimostrata nella riunione di questa settimana è qualcosa che mi sta ispirando a continuare a rimanere completamente concentrato sul mio compito di segretario generale della Nato".

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