Il giornalista russo Muratov ha messo all'asta la medaglia del Premio Nobel per la Pace per donare il ricavato ai profughi ucraini
Il flusso di rifugiati ucraini è costante attraverso il valico di frontiera di Medyka in Polonia.
Secondo l'ONU, il numero di persone che sono fuggite dalla guerra in Ucraina supera ora i 3,5 milioni. È la peggiore crisi di rifugiati in Europa dalla seconda guerra mondiale. La stragrande maggioranza sono donne e bambini.
Natalia ha 45 anni ed è arrivata in Polonia da Mykolaiv: "Siamo fuggiti quando hanno iniziato a bombardare, è questo che ci ha fatto capire che non potevamo più stare a casa nostra - ha raccontato - Quando i razzi sono arrivati a 500 metri da noi. È stato spaventoso e mio marito è rimasto, l'ho dovuto lasciare lì".
La mappa della crisi
Con più di 2,1 milioni di rifugiati accolti finora, la Polonia è in cima alla lista dei paesi ospitanti, seguita da Romania e Moldavia.
Di fronte alla grandezza del dramma, il giornalista russo Dmitry Muratov ha deciso di mettere all'asta la medaglia del premio Nobel per la Pace che gli è stata assegnata l'anno scorso per raccogliere fondi per i rifugiati ucraini.
Dal quotidiano indipendente Novaya Gazeta, di cui è redattore, ha invitato a "condividere tutto il possibile con i rifugiati, i feriti e i bambini che hanno bisogno di cure urgenti" Parole che vanno al cuore di un'Europa in cui molti paesi si vedono riflessi nel dramma ucraino e che ha accolto a braccia aperte i rifugiati fin dalle prime settimane della crisi.
L'Italia fa la sua parte
Il governo italiano oggi ha stanziato mezzo miliardo di euro per accogliere e assistere gli ucraini che con ogni mezzo stanno raggiungendo le città italiane e che spesso trovano rifugio grazie alla generosità dei cittadini. "Gli italiani hanno spalancato le porte, con quel senso di accoglienza che è l'orgoglio del nostro Paese", ha ribadito oggi il premier Mario Draghi.
Quello dall'Ucraina è un esodo "tragico e senza precedenti in tempi recenti", sottolinea l'agenzia dell'Onu per i rifugiati. Sia per l'entità - sono oltre 3 milioni e mezzo le persone fuggite finora dalla guerra - sia per la velocità con cui questo flusso di donne e bambini si riversa nei Paesi vicini e amici.
In Italia sono 61.493 i profughi ucraini arrivati dall'inizio del conflitto, e per loro il governo nell'ultimo decreto ha stanziato 507,5 milioni di euro. La maggior parte delle risorse - 348 milioni per il 2022 - va all'accoglienza, che procede su un doppio binario: il Contributo di autonoma sistemazione (Cas) copre le spese d'affitto dei rifugiati e riguarderà fino a 60mila persone per una durata massima di 90 giorni. Poi c'è l'accoglienza diffusa, che coinvolgerà fino a 15mila persone.
Rete di accoglienza
Questi ultimi sono gli ucraini ospitati attraverso il terzo settore, gli istituti religiosi o direttamente dalle famiglie che se ne stanno facendo carico, a cui dovrebbero andare "20-25 euro a persona" ospitata al giorno, ha spiegato oggi il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Sempre agli alloggi sono destinati altri 7,5 che vanno a incrementare la dotazione del ministero dell'Interno per i centri d'accoglienza.
"Vogliamo aiutare i rifugiati non solo ad avere una casa, ma anche a trovare un lavoro e a integrarsi nella nostra società, come hanno fatto i 236mila ucraini che già vivono in Italia", ha detto Draghi in occasione del video-incontro alla Camera con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Tuttavia, è il monito della ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, "ci vuole la garanzia che i minori non accompagnati ucraini non si disperdano sul territorio. Non dobbiamo correre il rischio di creare sistemi di welfare alternativo". Nelle scuole italiane sono già entrati tremila bambini ucraini e aumentano al ritmo di 200 al giorno.