I lavori sono iniziati ieri. La recinzione è voluta dal governo dominicano per frenare l'immigrazione da Haiti, uno dei Paesi più poveri al mondo, e le attività illegali al confine
Un’isola divisa in due.
La Repubblica Dominicana ha dato il via alla costruzione di un muro al confine con Haiti. Una barriera lunga 160 chilometri con 19 torri di sorveglianza, sensori e droni, promessa dal presidente Luis Abinader per il controllo dell'immigrazione illegale e della criminalità.
Il progetto è controverso: costerà quasi 27 milioni di euro e renderà ancor più difficile la vita agli abitanti di Haiti, il 16esimo Paese più povero al mondo. Un territorio che deve ancora riprendersi dal catastrofico terremoto del 2010, che ha provocato oltre 200mila vittime, seguito da un nuovo sisma e dalla tempesta Grace lo scorso anno. Ad aggravare la situazione è la crisi politica, dopo l'assassinio del presidente Jovenel Moïse in estate che ha gettato il Paese nel caos.
"La recinzione andrà a beneficio di entrambi i Paesi - ha detto il presidente Abinader - perché permetterà di controllare il commercio bilaterale in modo molto più efficiente, regolare i flussi migratori per combattere le mafie del traffico di esseri umani, affrontare il traffico di droga e la vendita illegale di armi, e proteggere il bestiame e i raccolti degli allevatori e dei produttori agricoli".
Un progetto imponente
La prima fase prevede la costruzione di 54 chilometri di cemento armato, 10 porte d'accesso per il pattugliamento e strade operative per la sorveglianza e la manutenzione su entrambi i lati. Per l'avvio del progetto si sono scelte le zone più popolose e sensibili del confine. I lavori saranno avviati in contemporanea in sei punti nelle cinque province di confine.
"Dopo aver terminato la prima fase di costruzione - ha spiegato Abinader - continueremo con la seconda fase della recinzione perimetrale, per altri 110 chilometri. Si stanno già preparando le offerte per la seconda metà di quest'anno".