Il Portogallo va alle urne ma i giovani sono disamorati e si disinteressano della politica. I dati sull'astensionismo destinati a crescere con una scusa in più, quella della pandemia
Domenica i portoghesi sono chiamati ad eleggere i 230 deputati all'Assemblea Nazionale. Sembra però che il vero trionfatore di questa tornata elettorale sarà, ancora una volta, l'astensionismo. E la pandemia Covid sarà utilizzata da molti come una buona scusa.
In questa carrellata, una serie di opinioni raccolte dall'inviato di Euronews a Lisbona Sergio de Almeida
"Io non voto! Perché non voto? Perché c'è la pandemia, molti problemi di salute. Inoltre, tutti i partiti promettono un sacco di cose, ma per promettere devono avere soldi e il Portogallo ha un debito molto grande. Sarà complicato per chiunque realizzare quello che promettono".
Per il Portogallo il disamore per il voto non è affatto una novità. Non dimentichiamo che un anno fa, per esempio, Marcelo Rebelo de Sousa ha vinto le presidenziali con un'astensione di quasi il 61%. I giovani sono i meno propensi al voto, mentre i più anziani, anche se disillusi dalla politica, cercano di dare l'esempio alle nuove generazioni.
"Voterò perché non smetterei mai di votare e perché è un dovere! Anche se credo che, purtroppo, qualunque partito politico vinca, potrà fare poco o niente"
"Votare è un dovere ma è soprattutto un diritto. E per questo diritto qualcuno hadovuto combattere duramente. . E voglio anche passare un messaggio alle mie figlie: è necessario votare"
Nelle prime elezioni libere in Portogallo, dopo la fine della dittatura, nel 1975, il tasso di astensione fu dell'8,5%. Nelle ultime elezioni legislative c'è stato un tasso di astensione del 51,4%. Numeri piuttosto negativi che potrebbero aggravarsi ulteriormente con l'attuale scenario pandemico".