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Nadia Urbinati: "La crisi è dei partiti, e Draghi puo' farcela"

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Di euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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La docente di Teoria politica alla Columbia University commenta per Euronews l'elezione del prossimo presidente della Repubblica italiano

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Io credo che ci siano tutte le premesse per avere Draghi presidente della Repubblica
Nadia Urbinati
Docente alla Columbia University New York

Sono tutti d'accordo, osservatori e politologi: questa elezione del presidente della Repubblica italiano avviene in un contesto politico molto frammentato, con sbocchi difficili da prevedere. Di questo abbiamo parlato con la professoressa Nadia Urbinati, docente di Teoria della politica alla Columbia University di New York.

Professoressa Urbinati, la prima votazione è andata a vuoto, e regna una profonda incertezza su questa elezione. Come definire questa situazione, si tratta solo della debolezza dei soggetti politici, ovvero i partiti, o è una crisi di sistema?

Io non credo sia una crisi del sistema. È una crisi degli attori di questo sistema. Gli stessi partiti non registrano unità di intenti al loro interno, ci possono essere frammentazioni anche all'interno dei gruppi parlamentari. Quindi i partiti non dominano, non governano più se stessi. Però se andiamo indietro nel tempo, ricordiamo che ci furono presidenti che vennero eletti dopo venticinque o ventisei sedute. Non è che tutti i presidenti siano stati eletti con grande unione o all'unanimità. Non dobbiamo essere impressionati dal numero delle volte in cui si riuniranno i parlamentari. Quello che invece fa impressione, e che non c'era in passato, è l'assenza di proposte. Come se ci fosse mancanza di coraggio di dire cosa si vuole. Nessuno vuole esporsi, nessuno vuol rischiare di essere il perdente. Tutti vogliono vincere, ecco perché si cerca il condiviso, il super partes... Vogliono tutti vincere, nessuno dire: io ho perso.

Tutti vogliono vincere, ecco perché si cerca il condiviso, il super partes... Vogliono tutti vincere, nessuno dire: io ho perso
Nadia Urbinati
Docente alla Columbia University, New York

Parliamo di Mario Draghi, la sua ipotesi al Quirinale non è ancora tramontata, dunque...

Io credo che ci siano tutte le premesse per avere Draghi presidente della Repubblica. Ma anche se coloro che ancora oggi storcono il naso, ma non per lui, perché non è sul valore che si discute, ma sulla sua figura da presenzialista senza indentità politica (e questo è il problema per molti), tuttavia, alla fine di questa storia, ci si renderà conto che tutte le proposte che verranno avanzate verranno sentite come di parte. E siccome le parti non vogliono perdere, è logico pensare che il salvatore della partria possa essere di nuovo un punto di riferimento che possa far dire a tutti: "io ero dalla sua parte, e quindi ero dalla parte giusta, e dunque non ho perso".

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