La forbice tra ricchi e poveri aumenta
Ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. Il quadretto che viene fuori da due anni di pandemia è un copione già scritto.
L'avevamo intuito tutti, ma adesso a mettere i dati nero su bianco è Oxfam, l'organizzazione no profit che, come ogni anno, alla vigilia di Davos, il forum dove si riuniscono i potenti della Terra, rilascia il suo rapporto sulle disuguaglianze.
163 milioni di persone sono cadute in povertà in questi due anni, 21mila persone al giorno sono morte a causa delle scarse entrate. Mentre Jeff Bezos, il patron di Amazon, da solo ha avuto un "surplus patrimoniale" di oltre 81 miliardi di dollari, l'equivalente del costo di tre dosi di vaccino per l'intera popolazione mondiale.
Tra i 10 super ricchi, che hanno raddoppiato il loro patrimonio da marzo 2020 al ritmo di 15mila dollari al secondo, c'è ovviamente Mark Zuckerberg, il patron di Facebook, ma anche Bill Gates, Elon Musk, Bernard Arnault e famiglia, Larry Ellison, Larry Page, Sergey Brin, Steve Ballmer e Warren Buffet.
"Dall'inizio dell'emergenza Covid-19, ogni 26 ore un nuovo miliardario si è unito ad una élite composta da oltre 2.600 super ricchi le cui fortune sono aumentate di ben 5 mila miliardi di dollari, in termini reali, tra marzo 2020 e novembre 2021", denuncia l'organizzazione non governativa.
La pandemia, poi, ha colpito più duramente le donne, che hanno perso 800 miliardi di dollari di redditi nel 2020. Tuttora, mentre l'occupazione maschile dà segnali di ripresa, si stimano per il 2021 13 milioni di donne occupate in meno rispetto al 2019.
Se guardiamo i dati italiani le cose non vanno meglio. Dopo un 2020 in cui oltre milione di individui e 400mila famiglie sono sprofondati nella povertà, è continuata a crescere la disuguaglianza.
Secondo Oxfam, il 5% più ricco degli italiani deteneva a fine 2020 una ricchezza superiore a quella dell'80% più povero.
Secongo la Ong la ripresa occupazionale del 2021 non è trainata da lavoro stabile e rischia di riproiettarci nel mondo pre-pandemico, che ha visto crescere la quota dei working poor di oltre 6 punti percentualidall'inizio degli anni '90.