Natale a Betlemme, il Patriarca Pizzaballa: "Mancano i pellegrini"

Il Patriarca di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa.
Il Patriarca di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa. Diritti d'autore Mussa Issa Qawasma/AP
Diritti d'autore Mussa Issa Qawasma/AP
Di Euronews World - Ansa
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Nella culla della cristianità, che si trova in Cisgiordania, nei Territori occupati da Israele, si vive il secondo Natale alle prese con la pandemia. Pochi fedeli e crisi economica evidente. Temi trattati dal Patriarca di Gerusalemme nella sua omelia della Messa di Mezzanotte

PUBBLICITÀ

A Betlemme, nella Chiesa della Natività, un centinaio di fedeli ha partecipato alla Messa di Mezzanotte officiata dal Patriarca Pierbattista Pizzaballa, il massimo esponente del clero cattolico in Terra Santa.

Assente il presidente palestinese Abu Mazen, erano presente il premier Mohammed Shtayyeh con vari ministri e il sindaco di Betlemme, Anton Salman.

Monsignor Pizzaballa ha celebrato anche la Messa di Natale, sempre nella Chiesa della Natività, dedicata a Santa Caterina.

"Rispetto all'anno scorso, la partecipazione è molto maggiore e questo è un segno incoraggiante. Ma manca ancora una parte importante perché la gioia sia completa.
Mancano i pellegrini".
Pierbattista Pizzaballa
56 anni, Patriarca di Gerusalemme

Nella sua omelia, il Patriarca ha aggiunto: "Ci auguriamo che con un'azione congiunta di politica, Chiesa e operatori turistici, locali e internazionali, si possano trovare forme sicure di ripresa di questa attività, nonostante la pandemia".

Mussa Qawasma/AP
Un momento della Messa di Mezzanotte a Betlemme.Mussa Qawasma/AP

Betlemme, la culla della cristianità - geopoliticamente situata in Cisgiordania, nei Territori occupati da Israele - sta vivendo il suo secondo Natale alle prese con la pandemia, in cui l'assenza di pellegrini si nota non solo nelle strade vuote e nelle celebrazioni religiose ridotte, ma anche nelle tasche della popolazione locale e dei commercianti, dipendenti in gran parte dalle entrate del turismo religioso, cosi numeroso in epoca pre-Covid.

Israele, che controlla i movimenti dentro e fuori la Cisgiordania, ha effettivamente sospeso il turismo straniero per quasi due anni dopo lo scoppio del Coronavirus nel marzo 2020.

Israele ha aperto brevemente le sue frontiere ai cittadini stranieri il 1 ° novembre, ma ha chiuso poco dopo aver scoperto i primi casi della variante Omicron altamente trasmissibile.

In tempi pre-pandemia, migliaia di pellegrini e turisti da tutto il mondo hanno festeggiato nella Chiesa della Natività e nell'adiacente Piazza della Mangiatoia di Betlemme.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Gli auguri dei potenti del pianeta

Dal Vaticano a Betlemme, dalla Siria a New York: un Natale "particolare" per tutti

Il fuoco santo arriva a Betlemme, nonostante il Covid-19