La Municipalità di Loznica ha annulla il piano territoriale dopo le proteste di piazza a Belgrado e in altre città della Serbia. Bloccato al momento il "progetto Jadar"
Primo stop al progetto sulla controversa miniera di litio in Serbia. La municipalità di Loznica, nell'ovest della Serbia, ha votato un documento che annulla la decisione dello scorso luglio relativa al possibile futuro sfruttamento della cava nella regione.
Il progetto in mano alla compagnia Rio Tinto aveva provocato nelle scorse settimane proteste a Belgrado da parte di gruppi ambientalisti e delle forze di opposizione, che avevano organizzato manifestazioni antigovernative.
Da una parte ci sono interessi e accordi per la Serbia e la multinazionale anglo-australiana Rio Tinto si è impegnata a mettere 2,4 miliardi di dollari nel progetto serbo della miniera di litio. Dall’altra c’è la paura della gente che teme un disastro ambientale. Secondo i residenti della regione e gli attivisti lo sfruttamento della miniera avrebbe avuto un forte impatto negativo sull'equilibrio ambientale, con conseguenze anche sulla salute dei cittadini.
Proprio nei giorni scorsi il presidente serbo Aleksandar Vučić si era recato nella zona interessata per incontrare e parlare con la gente del posto sul progetto Jadar.
Dopo giorni turbolenti Vučić aveva annunciato un cambio di posizione da parte delle autorità sull'intero progetto e sui rapporti con la multinazionale. Il presidente e il governo avevano inizialmente caldeggiato con forza lo sfruttamento della miniera, sottolineando le enormi ricadute positive in termini di entrate economiche e posti di lavoro. Il litio è un elemento indispensabile nella fabbricazione delle batterie per le auto elettriche, un settore in enorme espansione.